Sabina, 22 anni e il sogno di fare la vignaiola 

Giovani protagonisti. Pellegrini frequenta Economia. Ma è già attiva nell’azienda di famiglia in val di Cembra, come responsabile del marketing: «Vogliamo arrivare a 100 mila bottiglie» 


Carlo Bridi


Giovo. Ancora una volta siamo a raccontare la storia di un donna del vino, una ragazza che pur avendo solo 22 anni e quindi sta ancora frequentando il corso universitario in Economia all’Università di Bolzano, è già impegnata in azienda con un ruolo molto importante, quello della promozione e vendita dei vini dell’azienda all’estero. In passato aveva frequentato anche un corso di specializzazione in enologia, ma ora è impegnata in azienda con responsabilità dirette sul fronte del marketing fin dal completamento della scuola superiore che non a caso è stato un liceo linguistico con l’obiettivo di farsi un ottima conoscenza delle lingue che le è subito servita per l’attività di promozione dei vini dell’azienda famigliare all’estero. Parliamo di Sabina Pellegrini, figlia d’arte in quanto mamma e papà hanno avviato la lavorazione e vendita diretta dei propri vini una ventina di anni fa quando hanno deciso di uscire dalla Cantina sociale.

Pur avendo una giovane età, Pellegrini ha già idee molto chiare sul suo futuro e su quello dell’azienda di famiglia. Si tratta di un’azienda vitivinicola di 10 ettari, la maggior parte in proprietà ed il resto in affitto.

Nei vigneti sulle terrazze della Valle di Cembra vengono coltivati il Müller Thurgau e lo Chardonnay utilizzato da un paio d’anni anche come base spumante, ma la valle produce anche il Pinot Nero e il Grigio. In Rotaliana vengono invece coltivate le varietà Teroldego e Lagrain, per arricchire l’offerta dell’azienda. «Ma una particolare sottolineatura - spiega Sabina Pellegrini - va riservata al Trentodoc, siamo partiti da poco ma il risultato è stato molto buono, l’accoglienza dei consumatori ci ha sorpreso».

Ma come mai la scelta di fare la vignaiola? «Siamo tre sorelle e fin da bambine siamo sempre state coinvolte nei lavori dell’azienda e della cantina per cui la passione è nata lì e cresciuta con l’aumento degli anni. Ma anche le altre due sono impegnate in azienda a fianco di mamma e papà, una part-time ma le altre due a tempo pieno. Io in pratica da quando ho finito le scuole superiori al liceo linguistico sono impegnata quasi a tempo pieno, fatti salvi i tempi dedicati all’Università. Ormai mi muovo autonomamente sui mercati da quelli tedeschi a quelli giapponesi, dove è molto apprezzato il nostro Müller Thurgau che si abbina bene con i cibi locali, ma anche il Trentodoc così come le varietà aromatiche, fino ai mercati del Nord America.

Quali i progetti futuri? «Sviluppare ancora l’azienda ampliando la superficie a vigneto, vogliamo raggiungere le 100 mila bottiglie che escono dalla nostra azienda con il marchio “Villa Corniole”. Oggi siamo a 60-65 mila bottiglie». «Ma c’è anche un sogno nel cassetto di noi sorelle - confida Sabina - quello di arrivare un giorno a gestire noi l’azienda subentrando ai genitori senza peraltro perdere i loro preziosi consigli ed aiuto».

Alla domanda se dopo tre anni di questa vita molto impegnativa fra viaggi all’estero e Università si sia pentita della scelta, la risposta è netta: «Sicuramente no, anche se è molto difficile in certi momenti conciliare le esigenze dell’azienda con quelle dell’Università. Ma il nostro lavoro ci da tante soddisfazioni».

Sabina è giovane e quindi è cresciuta in un momento nel quale l’ambiente e la coltivazione sostenibile hanno sempre più importanza. Qual è il suo rapporto con l’ambiente? Grande attenzione all’ambiente anche con il pieno rispetto del protocollo di difesa integrata.

Ma al biologico avete mai pensato? «In Valle di Cembra è molto difficile per l’acclività dei terreni e per la presenza di piccoli appezzamenti con i conseguenti problemi di deriva. D’altro canto, secondo i tecnici della FEM ad oggi il metodo della produzione integrata è molto valido. Essendo questa un’azienda dove la gestione è a 360 gradi è nelle mani della famiglia, il nostro imperativo è quello della qualità, una qualità che parte dal campo fino alla conservazione e imbottigliamento, tutte attività che vengono fatte nella nostra cantina. La qualità fa la differenza anche sul mercato quando trovi dei clienti esigenti e competenti come quelli giapponesi».

Oltre ai vini, Sabina non disdegna l’impegno nel sociale, in Valle di Cembra vi sono diverse attività culturali e lei è presente attivamente, ma anche nelle associazioni di settore.

In passato era impegnata in una squadra di pallavolo, ma con l’assunzione di responsabilità in azienda il tempo è venuto a mancare per cui pratica ancora questo sport ma in maniera amatoriale. E i compagni dell’Università come hanno visto la sua scelta? «Molti si sono abbastanza meravigliati, ma il nostro entusiasmo è trascinante».















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