Mercatone Uno, la crisi tocca anche i fornitori 

Grande distribuzione. Oggi sciopero dei lavoratori, a rischio i 30 posti di San Michele all’Adige Ma temono anche altre aziende trentine. La “Battan” di Mezzolombardo: «Ci devono 70 mila euro»


Luca Petermaier


Trento. La situazione di difficoltà economica in cui versano i 55 punti vendita a marchio Mercatone Uno (che in Trentino è presente a San Michele all’Adige dove sono impiegati una trentina di dipendenti) rischia di pesare anche sui bilanci delle aziende fornitrici della storica catena, oggi controllata dalla multinazionale Shernon Holding. E mentre a livello nazionale la società ha chiesto l’ammissione al concordato preventivo proprio per tutelare i maggiori fornitori, quelli che rischiano di avere la peggio sono i fornitori più piccoli, per i quali l’esposizione a fatture non pagate potrebbe rivelarsi pericolosa.

In Trentino il caso riguarda, ad esempio, la società «Costruzioni Elettriche Battan Ivan» con sede a Mezzolombardo. L’azienda trentina ha iniziato qualche anno fa la collaborazione con Mercatone Uno nella fornitura di impianti elettrici, ma ben presto il rapporto si è consolidato fino al punto che l’azienda locale è diventata fornitrice quasi esclusiva di servizi: dal giardinaggio alle riparazioni meccaniche fino al servizio neve, tutte attività per le quali la Costruzioni Battan ha regolare autorizzazione. «Negli ultimi tre anni, però - spiega il titolare Ivan Battan - siamo rimasti coinvolti nelle varie crisi aziendali di Mercatone. Fino a pochi giorni fa ci era stato assicurato che le fatture sarebbero state tutte pagate ma poi, ieri, mi sono visto arrivare una mail in cui si annunciava la richiesta di ammissione al concordato preventivo. Si tratta di una procedura che ben conosco e che non porterà alcun vantaggio per noi piccoli fornitori. Noi siamo in credito di circa 70 mila euro in tre anni, suddivisi tra le tre proprietà che si sono succedute. Si tratta di soldi che per noi sono vitali poiché anch’io devo mandare avanti un’azienda con 20 dipendenti e altrettante famiglie. Questo sistema dei concordati, in definitiva, finisce per danneggiare solo noi piccoli fornitori. La colpa della crisi di Mercatone non è certo né del direttore né dei dipendenti del punto vendita di Trento, che si sono comportati in modo encomiabile. La situazione complessiva, tuttavia, mi pare molto delicata».

Per oggi è prevista una giornata di sciopero dei circa 1800 lavoratori presenti in Italia in concomitanza con una riunione tra i vertici della Shernon e i sindacati al Ministero del Lavoro. La nuova proprietà aveva annunciato una ricapitalizzazione di 20 milioni di euro, cifra giudicata insufficiente dai sindacati.













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