Marcia indietro di Roma: «Nessun veto» 

Ma la parità di poteri nella nuova “in house” non basta a Fugatti e Kompatscher: «Da Toninelli assieme a Zaia e a Fedriga»


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Autostrade, c’è l’ asse comune dei quattro governatori del nord est contro il ministro dei trasporti Danilo Toninelli, M5s. Domani i soci pubblici di A22 saranno chiamati a raccolta in Regione dal presidente altoatesino Arno Kompatscher. In primis ci sarà al tavolo il suo (nuovo) controaltare trentino, ovvero Maurizio Fugatti. Il tema: si è riaperto il contenzioso sulla governance futura di Autobrennero e ad innescare la miccia è stato proprio Toninelli. In due parole ecco che cosa ha detto la settimana scorsa il rappresentante pentastellato del governo: il controllo sulle decisioni forti in A22, quelle che spettano al comitato di controllo, dovranno avere il via libera di Roma. E su questioni grosse, mica facezie: al comitato di controllo spetta tra l’altro il parere sul bilancio della società ed il gradimento sui nomi del cda: «Una polpetta avvelenata preparata dal buon ministro Toninelli e piazzata ad arte alla fine del percorso» tuona l’ex governatore Ugo Rossi che, con Kompatscher, ha seguito tutta la vicenda. «Il ministro ci ha continuato a ripetere che era tutto a posto, però la nuova società “in house” vogliono che appartenga allo Stato e non già ai soci pubblici. Questo è un passaggio gravissimo ma non ho sentito una parola sul tema da parte del presidente Fugatti. Lui non può giocare a rimpiattino con Roma, visto che al governo c’ è la Lega. Troppo comodo dire “tanto ci sono i Cinquestelle”. Io sono preoccupatissimo, da Trentino e da esponente autonomista. E se Kompatscher si è espresso subito in maniera molto netta, non mi pare di non aver colto la stessa preoccupazione nel mio successore».

Ma il governatore trentino Fugatti fa sapere invece di aver già preso le necessarie contromosse: «Sì, senza suonare la grancassa e pur essendo in carica da appena due giorni. Va detto che la prima versione del testo inviatoci da Roma prevedeva che nel comitato di controllo ci fossero tre membri nostri e tre di nomina ministeriale ma che il voto del presidente nominato da Roma valesse doppio, ovvero fosse determinante. Il governo avrebbe potuto metterci in minoranza. Ma dopo le rimostranze di Kompatscher e, pure del sottoscritto, ci è appena stata inviata una nuova versione del testo: quella sul tavolo prevede che nessuno abbia il potere di veto, quindi ogni decisione in comitato di controllo potrebbe essere presa solo all’unanimità. Quindi se Roma volesse fare passare una decisione che non ci vede d’accordo, basterebbe solo votare contro. Ora siamo tutti sullo stesso livello, il governo ha fatto un passo indietro».

Problema risolto? Ecco ancora il presidente Fugatti: «No, questo a noi non basta. Con i colleghi governatori del Veneto Luca Zaia e del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, che devono gestire il medesimo conflitto sui poteri all’interno del tratto di Autovie Venete, Kompatscher ed io abbiamo chiesto una riunione urgente al ministro Toninelli. La parità tra Roma e noi è già un passo avanti ed ora lavoriamo per un ulteriore passo» conclude Fugatti. La telenovela della concessione dell’A22 si avvicinerà alla conclusione?













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