Lorenzo, in terra di mele «Io coltivo lamponi» 

Giovani protagonisti. Dalpiaz, di Banco, viene da un’azienda frutticola di famiglia e ha scelto di crearsi un’alternativa alla monocoltura della val di Non: «Vorrei ampliare i piccoli frutti»


CARLO BRIDI


Trento. Com’è noto la Valle di Non è la valle che ha le basi più solide anche per i reddito dei nostri contadini grazie ad una frutticoltura intensiva e d’avanguardia e alla presenza di una Op come Melinda che ha saputo valorizzare al meglio le mele delle Valli di Non e Sole. Di conseguenza anche la presenza di giovani che si dedicano a tempo pieno all’agricoltura, è maggiore che in altre valli del Trentino. Si riscontra un solo limite: le scuole professionali presenti in valle sono tutte rivolte ad attività diverse da quelle agricole. Di conseguenza anche molti giovani che poi avrebbero fatto gli imprenditori agricoli frequentano i vari corsi professionali di Enaip e Upt. E’ questo il caso anche del nostro giovane di oggi, Lorenzo Dalpiaz di Banco, che dopo il diploma di meccanico all’Enaip, è subito entrato part time nell’azienda frutticola di famiglia che il padre conduceva.

Un’azienda di 3,5 ettari coltivata tutta a melo delle varietà Gala, Red Delicious, Golden D. Fuji e ultima della serie, su suggerimento di Melinda, la Kisuri, una mela bicolore dal nome commerciale Morgana. Da due anni, all’età di 25 anni, è subentrato come titolare d’azienda. Lorenzo è di Banco, una delle zone più classiche per la produzione delle mele. Ma vuole crearsi una alternativa alla monocoltura del melo, per questo si è guardato in giro ed ha trovato a Romeno un terreno sul quale ha fatto il suo primo impianto di lampone in quanto è convinto che anche in Valle di Non è importante la diversificazione colturale.

Si tratta di 1000 metri quadrati, della varietà Tulami, una unifera, mettendo a dimora piante programmate. «Con questo metodo si ottiene subito la piena produzion e il raccolto è alle ultime battute», afferma Dalpiaz. Tutto l’impianto è protetto contro la pioggia con telo di nailon, contro la grandine con rete antigrandine e contro gli insetti, drosophila suzukii in testa con la rete antinsetto. «Il raccolto dalle prime indicazioni, ci dice Lorenzo, promette bene, le piante sono molto belle ed anche la qualità della produzione è ottima. A fine raccolto le piante vengono asportate e l’anno prossimo se ne metteranno a dimora di nuove».

Alla domanda del perché la scelta di fare l’imprenditore agricolo a tempo pieno, puntuale la risposta: «Mi è sempre piaciuto fare il frutticoltore, quindi quando si è trattato di scegliere cosa fare dopo la scuola, non ho avuto dubbi sul fatto che avrei fatto il contadino. Molti i progetti futuri, ma il primo è quello di ampliare la superficie a piccoli frutti che consegna al magazzino di Revò (poi la valorizzazione e commercializzazione viene fatta da Melinda).

Ma c’è anche un grande desiderio, un po’ sogno nel cassetto: «Arrivare ad avere una bella azienda che mi permetta una vita serena con la mia famiglia», prosegue il giovane. Chiediamo a questo punto come si relaziona con i paesani a proposito di lamentele per i trattamenti - com’è noto in Valle di Non c’è un forte movimento contrario - ma per Lorenzo non ci sono molti problemi: «Premesso che operiamo con grande attenzione, non abbiamo mai avuti problemi con i non contadini». Lorenzo ha pensato anche al biologico, ma nella sua realtà che vede l’azienda divisa in ben 11 diversi appezzamenti, e con i problemi che ciò comporta con la deriva quando si fanno i trattamenti, la cosa è praticamente impossibile. Per poter arrivare alla conversione dovrebbe essere un’intera area che fa questa scelta come è successo in diverse zone della valle.

Le mele vengono conferite al Consorzio Alta Valle di Non, di Casez, dove vengono remunerate abbastanza bene, secondo Dalpiaz. E la produzione di quest’anno come si presenta? «Al momento attuale la produzione si presenta molto bene sia dal punto di vista della quantità che della qualità. Certo la stagione è ancora lunga speriamo in bene che non arrivi qualche grandinata anche se parte dei frutteti sono coperti con rete il resto è a cielo aperto». Ma come vede il futuro? Lorenzo è ottimista, «certo ci vuole una grande proferssionalità», ammette. Pur se molto impegnato nell’azienda, Dalpiaz trova anche il tempo per dedicarsi al Corpo volontari dei vigili del fuoco locale del quale è vice comandante.

Come hanno valutato la tua scelta i tuoi amici non agricoltori?, chiediamo a Dalpiaz. «Generalmente l’hanno apprezzata anche perché molti hanno un piccolo appezzamento che permette loro di essere dei part-time, e l’aspirazione sarebbe quella di diventare dei coltivatori professionali».













Scuola & Ricerca

In primo piano