La sfida di fare il contadino nel paese più agricolo che c’è 

Edoardo Odorizzi: 24 anni e tanta voglia di ottenere risultati coltivando  mele (per Melinda) a Dambel e guardando a un futuro sempre più «bio»


di Carlo Bridi


DAMBEL . La storia che raccontiamo oggi è quella di un giovane che, nato in una famiglia contadina di Tassullo, è stato adottato da una famiglia di Dambel, un paese frutticolo per eccellenza dove si producono le mele fra le migliori della Valle di Non. Edoardo Odorizzi è un giovane di 24 anni con tantissima grinta. “Per una mia scommessa personale - dice - ho fatto l’ITI di Cles, con l’obiettivo di aprire la mia formazione anche oltre quello che è il settore agricolo. Poi mi sono iscritto al corso biennale delle 600 ore organizzato dalla Fem, dove ora frequento il secondo anno. Un corso interessante, ma vi sono dei moduli che mi pesano come quello sulla sicurezza perché nel mio percorso scolastico ho avuto modo di approfondire molto bene questa materia. Di positivo c’è che le cose che vengono insegnate hanno una concreta applicazione nell’azienda agricola della quale sono titolare”.

Dal punto di vista professionale, dopo la scuola ha voluto provare a fare il lavoro di verniciatore ma è rimasto abbastanza deluso per cui non ha avuto dubbi nel 2014 di fare la scelta di avviare a Dambel una sua azienda agricola della quale è titolare ed ha come socio il papà che lo ha adottato. È diventato socio di Melinda dove conferisce le proprie mele, ma ci confida di essere abbastanza deluso quando si parla di futuro. «Ad esempio - afferma - hanno parlato tanto dell’introduzione delle ciliegie ma non è che il prezzo liquidato ai soci sia molto soddisfacente, sento amici che si lamentano. Dopo 4 anni comunque sono molto convinto della mia scelta, che rifarei ancora per le opportunità che offre». E per il futuro? «Non c’è dubbio che il futuro per differenziarci nel mare dell’offerta di mele di tutto il mondo dobbiamo puntare al biologico oltre che alle ciliegie. Anche per questa ragione - afferma - io ho iniziato a trasformare la mia azienda in biologico, ho un frutteto di Gala in conversione e nel 2017 ho messo a dimora un nuovo frutteto che coltivo con criteri biologici». E i risultati? «Se per quello in conversione la produzione va bene altrettanto non si può dire per quello nuovo, la produzione al secondo anno è stata molto scarsa, spero si rifaccia nei prossimi anni».

«Altro progetto futuro sarebbe quello di ampliare l’azienda ma nella mia zona è molto difficile perché Dambel è il paese più agricolo d’Italia, il 90% dei giovani scelgono di fare i frutticoltori. Trovare terreni in affitto è molto dure e pensare di comperare qualche campo in vendita a 70 euro a metro quadro non è molto economico perché ammortizzare un investimento di quel genere diventa molto problematico».

Per questo con i soldi del premio d’insediamento (ottenuto col corso Fem) ha fatto una bonifica oltre l’acquisto di un carro raccolta che agevoli il raccolto e renda più sicuro il lavoro dei collaboratori, un’altra realizzazione è stato il magazzino attrezzi sotterraneo indispensabile per il ricovero necessario visto l’alto costo delle attrezzature. Ma Odorizzi non si limita alla coltivazione dei propri frutteti e vigneti, da una mano per integrare il reddito anche ad altre aziende dove-afferma- la sua collaborazione è molto richiesta.

Se per la sua azienda non ha grandi sogni essendo molto pragmatico, ne ha uno sul fronte degli hobby, vista la sua grande passione per le arrampicate in montagna le piacerebbe arrivare a fare qualche scalata anche impegnativa. Il suo impegno nel sociale è cessato perché era membro del corpo VVFF volontari del paese che però ha lasciato per incomprensioni con gli altri componenti del corpo.













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