L’architetto-fotografo che coltiva le erbe 

Giovani protagonisti. Massimo Falqui Massida, 35 anni, sta realizzando il proprio sogno ad Anghebeni, in Vallarsa: «Coltivo la terra e vorrei vivere di questo: cosa chiedere di più?»


Carlo Bridi


Vallarsa. Sembra impossibile, ma nelle nostre valli trentine troviamo in continuazione dei giovani che scelgono la professione agricola partendo dalle professioni più disparate, e dopo aver svolto per anni altre attività che nulla hanno a che vedere con l’agricoltura.

È questo il caso anche del giovane di questa settimana che dopo una laurea in architettura a Venezia ed una specializzazione nell’arte della fotografia ad Urbino, ed aver svolto l’attività di fotografo professionale per poco meno di 10 anni, con impegnativi reportage, e quindi con foto dei lunghi sentieri di montagna, oltre ad un periodo di volontariato in America Latina, ha deciso di mollare tutto per trasferirsi in una valle che dal solo nome è poco invitante per svolgere l’attività agricola: la Vallarsa, nella frazione di Anghebeni con la sua famiglia, la compagna che sabato scorso è diventata sua moglie, ed un bambino. Ad Anghebeni è nato poi il secondo figlio, un anno fa, festeggiato un paio di settimane fa come grande evento per il piccolo paese. Parliamo di Massimo Falqui Massida, 35 anni, che si è messo a coltivare erbe officinali in un’azienda collocata fra i 900 e i 1000 metri di quota. Ma non solo, considerato che la zona è molto ricca di erbe officinali spontanee che vanno dal buon Enrico, al tarassaco, allo spinacio di monte ai fiori e frutti di sambuco ed una vasta serie di altre erbe, ha iniziato il raccolto ed ha avviato la trasformazione per la quale è ancora in fase sperimentale. L’azienda ha una superficie modesta, 7000 metri quadrati, e vengono coltivate: timo, lavanda e canapa per fare farina, oltre a una parte sperimentale dedicata all arnica visto che non è una zona molto vocata a questa pianta officinale, per le caratteristiche del terreno.

Ma per una diversificazione aziendale quest’anno Massimo punta anche alla coltivazione dei fagiolini, che a quell’altitudine arrivano molto tardi. Conscio che la sua formazione non era molto consona all’attività agricola, Falqui Massida ha deciso di frequentare il corso per giovani imprenditori agricoli organizzato dall’istituto agrario di s. michele, del quale ha completato il primo anno, «un corso - afferma - sicuramente interessante». ma non si è fermato lì. infatti ha voluto frequentare anche un corso per esperti di coltivazione delle erbe officinali e per la loro lavorazione, condizione per poter effettuare il ciclo completo. la domanda per l’ottenimento del premio d’insediamento che ha presentato è stata accolta ed a luglio dovrebbe ricevere il primo acconto.

Ma massimo non ha atteso l’arrivo dei soldi e ha già provveduto all’acquisto di una seminatrice, di nuova terra per ampliare l’azienda ed ha introdotto le prime arnie di api, attività che vuole potenziare in futuro assieme alle altre visto che è un’attività che si svolge nel pieno rispetto dell’ambiente.

Ma perché una scelta così radicale? «ho sempre vissuto in mezzo alla natura come fotografo, e da lì è nato l’interesse anche per l’agricoltura e soprattutto per quella fatta nel rispetto pieno della natura in particolare. per questo nel novembre del 2017 mi sono trasferito in vallarsa, ed ho avviato questa azienda come titolare e legale rappresentante, afferma l’architetto».

Molti i progetti futuri di falqui massida. innanzitutto ampliare ulteriormente la superficie aziendale e prevedere la costruzione di un laboratorio di trasformazione dei prodotti per vendere poi il prodotto trasformato direttamente con il proprio marchio, puntando sempre su una produzione compatibile con l’ambiente. «non va dimenticato che tutta l’azienda è certificata biologica, ma io sono andato oltre il biologico eliminando tutti i prodotti chimici di sintesi» - ci tiene a sottolineare.

Ma a massimo rimangono ancora molti sogni nel cassetto, che spera proprio di vedere realizzati. il primo è quello di raggiungere l’obiettivo che si è fissato: ottenere dal suo lavoro e da quello di sua moglie, un reddito adeguato per una vita dignitosa e per poter rimanere in montagna dove svolge anche un importante ruolo di difesa del territorio e dell’ambiente. «non pretendo una vita agiata, ma semplice, in quanto non ho grandi pretese» - precisa massimo, che assieme alla moglie francesca vuole far crescere i suoi splendidi bambini matteo e martino in un ambiente incontaminato di montagna. e gli amici delle altre professioni che dicono? «vengono a trovarmi ed apprezzano il mio stile di vita semplice, al punto che lo considerano uno sbocco naturale al mio modo di pensare». ha anche un hobby che vuole conservare: riaprire una camera scura per le foto artistiche, grande passione, mentre è impegnato a fianco di ong in progetti di valenza sociale.













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