Itas Vita, raccolta a +68% e “sconti” sui fondi pensione 

Le strategie della Mutua. Dopo gli scossoni degli anni scorsi, la società vuole dare ora più forza alle agenzie. Consoli: «Con i nostri costi di gestione, remunerazioni superiori del 20%»


Luca Petermaier


Trento. «Accompagnare il cliente dalla nascita fino al pensionamento sfruttando tutti i vantaggi che una mutua può offrire ai propri soci». Passa da questa linea d’azione la strategia di sviluppo di Itas Vita che ha chiuso il 2018 con una raccolta di 560 milioni di euro e un solido più 68% rispetto al 2017. Il patrimonio gestito è salito così a 3,5 miliardi di euro con un utile ante imposte di 24 milioni di euro.

Ma i numeri - pur importanti - non danno il senso della piccola “rivoluzione” interna alla società che - sotto la presidenza di Giuseppe Consoli, uomo che viene dalle “agenzie” come lui stesso, orgogliosamente, ama ricordare - intende ora ridare centralità proprio alle agenzie, «i nostri presìdi sul territorio, coloro che hanno il vero rapporto giornaliero con il cliente, il cuscinetto che negli anni difficili ha saputo tenere alta la credibilità aziendale» - ammette Consoli.

Oltre alle polizze vita, l’attività della società negli ultimi anni si è orientata sempre di più sulla realizzazione di prodotti finanziari per le pensioni integrative e per assicurare i costi legati alla non autosufficienza. Il Fondo Pensione aperto Plurifonds al 31 dicembre 2018 comprende oltre 705 milioni di attivi ed oltre 68 mila aderenti, il 50% dei quali residenti in Trentino Alto Adige.

Si dirà: ma i fondi pensione in circolazione sono tanti, perché dovrei scegliere proprio quello di Itas Vita? Che è poi la domanda che si sono posti anche i vertici della società, scoprendo che la risposta era più facile di quanto si pensasse perché stava proprio lì, davanti a loro. E la risposta è: «Perché siamo una mutua».

Spiega il presidente Consoli: «Quando qualcuno sottoscrive una polizza con Itas, che è una mutua e non una società per azioni, quel cliente diventa automaticamente nostro socio. Ebbene, il fatto di non dover distribuire dividendi a fine anno come le altre assicurazioni ci consente di offrire ai nostri clienti-soci dei vantaggi in termini di abbattimento dei costi di gestione del fondo pensione che si riverberano in una maggiore remunerazione del capitale. Le nostre simulazioni parlano di vantaggi che variano dal 20 al 50% in più rispetto ad un fondo pensione gestito da una spa».

L’accordo con Cassa Centrale Banca per la distribuzione dei prodotti di welfare ha dato grande impulso ai fondi, ma ora la società intende riequilibrare la produzione investendo di più sulle proprie agenzie. E uno dei biglietti da visita sarà la solidità aziendale che, di recente, ha toccato un grado di solvency pari al 200%: «Il doppio di quanto richiesto dagli organi di vigilanza» - ricorda Consoli.













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