Import ed export, Trentino in salute 

Le esportazioni valgono un miliardo e 11 milioni, la Germania è il cliente forte. Crescita (percentuale) alta verso Cina e India



TRENTO. Numeri positivi sia per l’import che per l’export per il Trentino. Secondo l’elaborazione dei dati Istat fatta dall’ufficio studi e ricerche della Camera di commercio di Trento, crescono sia le esportazioni (+7,2%) che le importazioni (+14,1%). Nel corso del secondo trimestre, viene spiegato, il valore delle esportazioni realizzate dalla provincia di Trento ha raggiunto il miliardo e 11 milioni di euro. L’aumento dell’export trentino è determinato soprattutto dalla crescita delle vendite verso la Germania (+18,3%) e gli Stati Uniti (+7,2%). Seppur su valori assoluti più contenuti, ottimi segnali giungono anche dalle vendite verso la Cina (+48,3%) e l’India (+17,7%). Nello stesso periodo il valore delle importazioni delle merci in Trentino è risultato pari a 682 milioni di euro. Il saldo della bilancia commerciale si attesta, così, su un valore positivo di 330 milioni di euro circa. Confrontando i primi sei mesi del 2018 con lo stesso periodo dell’anno precedente, le esportazioni della provincia di Trento risultano complessivamente in aumento del 5,7% e confermano non solo un consolidamento delle vendite all’estero delle imprese trentine dopo il rallentamento del 2016, ma anche un dinamismo superiore alla maggior parte del Paese. Le importazioni mostrano, invece, un aumento complessivo del 15,7%, segnale di una buona vivacità della domanda interna. Le esportazioni sono costituite principalmente da prodotti dell’attività manifatturiera. La quota maggiore è da attribuire ai “macchinari ed apparecchi” (21,1%), seguono i “prodotti alimentari, bevande e tabacco” (15,9%), i “mezzi di trasporto” (15,7%), le “sostanze e i prodotti chimici” (9,9%) e il “legno, prodotti in legno, carta e stampa” (8,3%). Complessivamente questi cinque settori rappresentano più del 70% delle esportazioni provinciali. Per quanto riguarda l’import, al primo posto si collocano i “mezzi di trasporto” con il 21,2%, seguiti da “legno, prodotti in legno, carta e stampa” con il 15,3% e dalle “sostanze e prodotti chimici” (13,0%).















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