Il premio Demattè al Dante economista 

A vincere la borsa di studio Stefano Pelizzari, giovane filosofo laureato a Trento che vuole andare alla Columbia University


di Danilo Fenner


TRENTO. Da una parte un brano della Divina Commedia. Dall’altra, simboli e formule. E il bello è che quei simboli e quelle formule risultano straordinariamente affascinanti, perché ci dicono un sacco di cose: ci dicono per esempio che Dante utilizzava una logica molto stringente e riusciva a proporci non solo momenti di poesia altissima, ma anche schemi mentali in grado di affrontare la complessità del mondo in cui viviamo oggi, ottocento anni dopo.

Che tutto questo sia potente e affascinante lo hanno pensato anche i membri dell’Associazione Amici di Demattè, che annualmente assegnano una borsa di studio da 25mila euro - questa è l’undicesima edizione - a dottorandi e dottorande dell’Università di Trento o a trentini iscritti ad altri Atenei. Soldi mirati a sostenere un periodo di specializzazione all’estero.

Claudio Demattè è stata una delle figure più poliedriche e di maggiore spicco fra i trentini che negli ultimi decenni si siano distinti giocando “fuori casa”, ben oltre i confini provinciali. Economista di vaglia, Demattè fu però anche presidente delle Ferrovie e della Rai. Gli piacevano le incursioni in altri territori. Amava una interdisciplinarietà vera, concreta, non di facciata.

Vincitore di quest’anno, e autore appunto del particolarissimo studio su Dante, è Stefano Pelizzari, un giovane filosofo originario di Brescia ma laureato a Trento. Il che la dice lunga sui criteri adottati dagli Amici di Demattè nell’assegnazione delle borse di studio: tant’è che, nelle undici edizioni fin qui svolte, solo due volte il premio è andato a un economista, premiando un po’ di tutto: un biologo, un sociologo, un giurista, un ingegnere, laureati in statistica e studi internazionali. Alcuni di questi studi appartenevano al mondo di Demattè. Altri gli sarebbero piaciuti molto.

A premiare il giovane Pelizzari c’erano oggi nella sede di Isa, Istituto atesino di sviluppo - oltre a Michele Andreaus e Riccardo Zandonini dell’Università di Trento - Roberto Nicastro, Lino Benassi, Giorgio Franceschi amministratore delegato di Isa, Guido Feller, Rudi Bogni in collegamento da Londra. Vale a dire, gli animatori dell’Associazione che all’economista trentino è dedicata, ma anche un bel pezzo del gotha del mondo della finanza trentina. Tutti in prima fila ad applaudire Stefano Pelizzari, per niente imbarazzato di fronte a tanta manifestazione di stima (il più “caldo” nei suoi confronti è stato Nicastro, che si è detto affascinato dal suo studio).

Ma nel concreto, di cosa si tratta? Pelizzari si era imbattuto in Dante già ai tempi della laurea magistrale, per la quale aveva studiato a fondo “Quaestio de Aqua et terra”, un’opera minore che alcuni attribuiscono al sommo poeta, ma senza certezze. Il giovane studente capisce che Dante ragiona per schemi logici rigorosi e decide di ampliare lo studio all’intero corpus della Commedia. Che ovviamente legge per intero, e più volte. Una “scalata” da vertigini.

Che cosa si impara da questa lettura, per così dire eccentrica rispetto alla tradizione? “La capacità di confrontare costi e benefici delle nostre azioni” spiega Pelizzari. “Ciò può essere applicato perfettamente alle economie di tipo finanziario, dove l’imperativo è quello di dominare l’incertezza attraverso logica e razionalità”.

Questa trasversalità è piaciuta molto, come si diceva, ai giurati del premio Demattè. “Anche nella nostra Università si tende troppo spesso a far prevalere un pensiero convenzionale” butta lì Michele Andreaus, docente di economia. “Invece serve un pensiero che metta in discussione”. Il prorettore Zandonini incassa con un sorriso e annuisce. Andreaus anticipa poi che si sta ragionando di affiancare al premio Demattè un’analoga iniziativa, dedicata a un altro trentino di grande caratura, Giuseppe Zadra, già direttore di Consob e di Abi.

Che ci farà ora Pelizzari con quei soldi? “Approfondirò i miei studi alla Columbia University negli Stati Uniti”. Affiancherà due luminari di filosofia, come Achille Varzi e Teodolinda Barolini. Come ha auspicato Rudi Bogni (economista, ex Ceo di Ubs Private banking) nel suo collegamento via Skype, “speriamo di ritrovare presto il suo nome su Google fra gli studiosi più importanti del suo settore”.













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