Il nuovo datacenter della Brennercom: il futuro del «cloud» 

La Spa mette a disposizione delle aziende i suoi server sgravando gli imprenditori dal loro costoso acquisto



BOLZANO. L’informazione è l’isola del tesoro dei nostri tempi. E la sua materia prima è il dato. Chi li ha, chi ne ha, magari in esclusiva, e può anche proteggerli, cammina un passo avanti. L’ideale? Soprattutto per le imprese, che sui dati ci vivono, è che qualcuno se ne occupi mentre loro, le aziende, si dedicano a fare profitti. E dove racchiuderli, questi tesori informatici che sono il cuore di ogni attività (personale, budget, numeri, prospetti, investimenti, programmi, concorrenza) se non in una sorta di cassetta di sicurezza, in una stanza protetta dove c’è chi li sorveglia ma non ne ha accesso? Questa "stanza" si chiama "cloud", nuvola . Si muove attraverso i server, internet, vi si può accedere dal proprio computer ma ha bisogno di interconnessioni, innovazione, reti, fibre. E del gestore, del proprietario della stanza di sicurezza. È questo l’universo, il "mondo Ict", l’internet delle cose, degli oggetti, dove si sta muovendo Brennercom Spa. Passata in pochi anni dalle telecomunicazioni pure, come tanti altri gestori, alla infrastrutturazione digitale. E l’altro giorno, in un luogo potentemente identitario in termini di innovazione urbana, il Noi Techpark, Brennercom ha presentato il suo "Virtual datacenter" 2.0. «Il cloud, questo magazzino virtuale - ha detto a centinaia di imprese del Nordest accorse a Bolzano il direttore di Brennercom , Josef Morandell - è l’infrastruttura di base che offriamo all’economia, a chi produce. Con la differenza, rispetto al passato, che possiamo mettere a disposizione anche le “macchine”, i server, così da alleggerire le imprese di solito costrette ad acquistarle. Ma soprattutto ad innovarle». L’immagine, che aiuta i non esperti a capire di cosa si stia parlando, è il car sharing unito al leasing. Insomma, invece di acquistare un’auto, a pagare direttamente assicurazione e meccanici, a essere costretti a cambiarla se non è più al passo coi tempi, ci si affida a questa "macchina" virtuale che contiene il proprio tesoro informatico messa a disposizione da Brennercom. Si paga una rata e ci si sgancia se serve quando si vuole. Come in un abbonamento. La cartina di tornasole di quanto questo cloud 2.0 stia diventando strategico sulla strada della sempre maggiore digitalizzazione del sistema economico, è un dato: il 75% delle aziende top altoatesine ha i suoi dati nelle stanze Brennercom, con il 40% di quelle trentine, il 15% del Tirolo e il 6% di Verona. E l’altro giorno al Noi era molto presente in Nordest a testimoniare un interesse crescente. «Il nuovo viaggio Brennercom parte dalla iperconvergenza - spiega Cesare Bosi, responsabile marketing - che permetterò servizi aggiuntivi. Ma il cloud è nulla,senza la qualità della connessione, ecco l’importanza di manutenzione e aggiornamenti».

Per questo Brennercom è una delle più solide realtà nazionali nel mercato Ict per la digitalizzazione delle aziende e pure sul piano della sicurezza dei dati e della connettività. I servizi si basano sui tre datacenter di Bolzano, Trento e Innsbruck e quelle di Bolzano e Trento operano in simultaneità. «Cloud e virtualizzazione - ha aggiunto Morandell - sono la piattaforma ideale per assicurare riservatezza e accessibilità ai dati aziendali». Nata alla fine degli anni Novanta, Brennercom ha rinnovato la sua squadra direttiva: è sempre presidente Ferdinand Willeit ma il direttore è ora Josef Morandell e i due vicedirettori sono Christian Weithaler e Roberto Sartin. Duecento ormai i dipendenti, distribuiti tra le varie sedi e 31 milioni il fatturato del 2017, con almeno il 24% investito in nuove tecnologie e innovazione. E il prossimo orizzonte è l’espansione nel Nordest. (p.ca.)















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