Giulia, la “professoressa” che ha scelto la malga 

Giovani protagonisti. Giulia Nesler, 33 anni, dopo aver frequentato l’università ha lasciato tutto per allevare animali e gestire un agritur in val di Rabbi: «Non tornerei mai indietro»


Carlo Bridi


Rabbi. La giovane protagonista di oggi aveva due sogni nel cassetto: il primo era quello di trascorrere un’estate in malga ad accudire il bestiame e a fare i formaggi. Il secondo di aprire una propria pasticceria. Ebbene, di estati in malga ne ha già trascorse cinque, andando ben oltre il suo sogno, e non intende fermarsi. Il sogno della pasticceria non lo ha realizzato, ma spera che in futuro diventi realtà e vista la grinta c’è da scommettere che ci riuscirà.

Parliamo di una giovane signora dell’alta Valle di Non, di Malosco per la precisione, Giulia Nesler, 33 anni, che per amore del suo futuro marito, e per passione per l’attività zootecnica e di quella in malga particolarmente, si è trasferita cinque anni orsono nel comune di Rabbi, località “Cotorni”, e da quel momento ha cambiato completamente la sua vita.

Era partita con una formazione universitaria di tutto rispetto: corso universitario per il turismo all’Università di Trento e specialistica all’Università di Verona. Il primo lavoro nella ristorazione di famiglia, poi ha lavorato un periodo come insegnante quindi l’opportunità di un lavoro all’estero dove si è trasferita. Sei anni fa- all’età di 27 anni - ha conosciuto Omar e dopo poco tempo visto che ne condivideva pienamente non solo l’amore ma anche la passione per gli animali, e per l’agriturismo è arrivato il grande passo. Giulia si è trasferita in Valle di Rabbi dove col marito hanno preso in affitto una stalla ed hanno avviato l’attività zootecnica. Ma fin da subito hanno cercato una malga sulla quale monticare durante l’estate la loro mandria costituita da 22 capi dei quali 13 in lattazione e 9 capi per la rimonta. Sono capi in prevalenza di razza grigia alpina, ma vi sono anche Pezzate rosse e Brune alpine. La produzione capo/lattazione è purtroppo modesta, 43 quintali, ed anche la resa del latte che conferiscono al Caseificio Cercen assai modesta ed assolutamente insufficiente per avere un reddito tale da pensare a sviluppare l’attività.

Per fortuna anche in malga Giulia ha portato la sua professione-passione dell’ospitalità aprendo un punto di ristoro che durante l’estate permette di integrare il reddito. Una ventina di posti a sedere dove vengono serviti i piatti tipici della zona: gnocchi di patate crude, i formaggi Casolet e Nostrano oltre a burro e ricotta di malga. «Quasi tutti i prodotti che usiamo sono a km zero. Fra i nostri sogni c’è anche quello che il nostro bimbo Andrea, che ora ha tre anni, possa da grande intraprendere la nostra attività».

Giulia ha fatto domanda per l’ottenimento del premio d’insediamento, domanda che è stata accolta: si trova in graduatoria ed ora aspetta la liquidazione perché ha urgenza di acquistare una nuova stalla più funzionale che poi assieme al marito vuole ristrutturare. In questi giorni sono scesi dalla malga dove-afferma la Nesler- «non abbiamo avuto visite sgradite di orsi e lupi e con i tempi che corrono ci sentiamo fortunati. Il mio ruolo in azienda è quello di socio alla pari con mio marito della società semplice agricola della quale sono legale rappresentante».

Chiediamo se dopo cinque anni dalla scelta radicale di cambiamento della sua vita e di allevatrice in particolare è pentita e la risposta è chiara: «Assolutamente no, altrimenti non l’avrei trasformata in scelta di vita».

«Certo - prosegue - è una vita che ti porta ad un rapporto stretto con l’ambiente, e questo si traduce anche nel non uso di concimi chimici sui prati che vengono concimati solo con letame. Ma non solo abbiamo un’attenzione costante alla manutenzione del pascolo di malga che si estende su oltre 50 ettari». Vista questa sensibilità chiediamo se ha mai pensato a trasformare l’azienda in biologica: «Sì, ci abbiamo pensato - è la risposta di Giulia - ma il biologico non viene riconosciuto ed i costi sono maggiori». «Nessun impegno nel sociale, io e la politica non andiamo d’accordo» - esclama la dottoressa, che dopo aver praticato lo sport della palla a volo per 25 anni, ha attaccato le scarpe al chiodo per gli impegni in azienda.













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