Francesca, la passione nata a malga Venegia 

Giovani protagonisti. Le mancano due esami e la tesi alla laurea in economia ma ha già le idee chiare sul futuro: un suo agritur da realizzare accanto alla stalla a Transacqua


Carlo Bridi


Transacqua. Con il diploma del liceo scientifico e una quasi laurea in Economia - mancano solo 2 esami e la tesi - al suo attivo, la nostra giovane protagonista di oggi ha un solo obiettivo: quello di realizzare a fianco alla stalla ad alta genealogia di vacche da latte razza Bruna, anche un bell’agritur. Lei è di Francesca Debertolis, una ventottenne che fin dal 2002, ha vissuto tutte le estati in una località dal paesaggio mozzafiato come malga Venegia sul Rolle a 1800 metri nell’agritur gestito dalla sua famiglia che affianca la malga. È stato proprio il contatto diretto con le sue bestie e il lavoro nell’agritur che hanno fatto crescere in Francesca la voglia di fare l’allevatrice di vacche ma attenzione, solo di razza Bruna, ma ancor più quella dell’ospitalità dei turisti. Di qui l’idea di arrivare il più presto possibile a costruire un bell’agriturismo a Transacqua. «Sono convinta - spiega - che c’è spazio per i turisti che cercano qualcosa di diverso dall’albergo. Certo, alla base rimane l’allevamento di vacche Brune che oggi è condotto da papà e zio. I miei fratelli non hanno nessun interesse e passione per gli animali e l’ospitalità per cui ho deciso di andare avanti io. Per avviare l’attività con adeguata preparazione anche specifica nel campo agricolo ha completato due anni fa il corso per giovani imprenditori e imprenditrici organizzato dalla Fem» ed ora sta valutando l’opportunità di presentare domanda per l’ottenimento del premio d’insediamento. Nel frattempo ha trovato un’occupazione che le piace al Caseificio sociale di Primiero, quello diventato famoso per aver lanciato la famosa “tosela” prodotto tipico del Primiero. È questo il caseificio al quale l’azienda di famiglia conferisce il proprio latte con soddisfazione perché nell’ultimo esercizio il prezzo medio pagato è stato di 0.68 euro al chilo.

«Certo - precisa - il mio sogno è quello di farmi un’azienda tutta mia, nella quale poter sviluppare la mia voglia di intraprendere e di mettere a frutto anche le competenze acquisite in tanti anni di scuola. Vedo un agritur non molto grande in modo che sia gestibile dalle forze famigliari, per valorizzare l’aspetto ospitalità difficile da ottenere con la mano d’opera esterna». Ma una cosa è chiara: Debertolis è convinta di andare avanti con determinazione, pur sapendo che le difficoltà non mancano la prima è quella di trovare un luogo ideale sul quale costruire ex novo il suo agriturismo. Ovviamente le molte estati passate in malga hanno fatto crescere in lei un forte amore per l’ambiente. «La vita in malga - precisa - mi ha insegnato quanto sia importante il rispetto del nostro meraviglioso paesaggio, e quali potenzialità ci offre con la sua valorizzazione. In quest’ottica se in futuro anche altre aziende zootecniche pensassero di passare al biologico sicuramente anch’io sarei della compagnia, anche perché sarebbe una bella novità ed un bel segnale per la nostra bellissima valle».

L’azienda attualmente detiene 35 capi da latte di razza Bruna di alta genealogia e di una ventina di capi da rimonta Ottima la produzione media capo/lattazione, che si attesta fra gli 85 e i 90 quintali, di ottima qualità. Tutti i capi escluse quella decina di vacche maggiormente produttive, passano tutte le estati a malga Vanegia, mentre l’azienda dispone di 10 ettari di prati in proprietà ed una ventina in affitto il che assicura una buona base alimentare per la mandria con il fieno autoctono.

Francesca ha anche una forte sensibilità sociale, che l’ha portata ad assumere l’incarico di vice capo gruppo della sezione donatori di sangue del Primiero. E gli hobby? Non è molto amante dello sport «ma certo, con le nostre belle piste qualche sciata l’inverno riesco a farla». Ma cosa dicono i suoi amici universitari della scelta? «Non è condivisa da tutti ma io vado avanti con determinazione e coraggio» afferma Francesca, e il suo compagno Stefano che lavora in caseificio la sostiene, e conclude in Primiero il ruolo degli allevatori è strategico anche per il turismo perché garantisce un paesaggio ospitale e dei prodotti genuini sempre più apprezzati dagli ospiti.













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