Finale di vendemmia con amara sorpresa 

Tutto bene per chi l’ha iniziata subito. Chi ha atteso per aumentare la gradazione ha perdite di produzione causa pioggia


di Carlo Bridi


TRENTO. La prudenza con la quale i molti responsabili di cantine sociali che abbiamo interpellato venti giorni fa in apertura della vendemmia circa le previsioni sia sulla qualità che sulla quantità si è dimostrata più che giustificata. Dopo una prima fase della vendemmia con il bel tempo e viti che ormai erano quasi in fase di stress idrico, è arrivata all’inizio del mese di settembre una perturbazione con grandi piogge, 150 i mm mediamente, che ha cambiato completamente la situazione. Il risultato è diverso per coloro che, forti dell’esperienza di molti anni, hanno preferito non rischiare con l’apertura della vendemmia anche se l’uva non era al top, e chi invece voleva attendere oltre il ragionevole, rincorrendo una gradazione molto alta che quest’anno è molto difficile ottenere per non dire impossibile obbligando dei soci a lasciare l’uva in pergola pur in presenza dei primi segnali di marcescenza sugli acini. Ma come si è evoluta la situazione? I 150 mm di pioggia hanno fatto pompare dalle radici delle viti molta acqua che ha fatto ingrossare esageratamente gli acini che poi si sono rotti. I 28-30 gradi di temperatura durante il giorno e l’eccessiva temperatura anche durante la notte, degli ultimi otto giorni, hanno fatto il resto. Il risultato è quello che vi sono vigneti di Chardonnay con perdite di produzione di oltre il 40% con metà dei grappoli che vengono buttati per terra e l’altra parte che con un lavoro certosino e costi relativi, viene pulita dal marcio. Ma questa situazione si presenta solo nelle cantine che hanno puntato all’impossibile; quelle invece che molto più razionalmente hanno aperto le cantine, hanno pressoché completata la vendemmia di Chardonnay e Pinot Grigio. Problemi quasi zero per il marcium per il Gruppo Mezzacorona, ma anche per Vivallis, Aldeno e Lavis. «Noi - afferma Fabio Maccari, direttore generale del gruppo Mezzacorona - per le cantine di Ala ed Arco abbiamo completata la vendemmia dei bianchi, a Mezzocorona manca una piccola parte e da ieri hanno iniziato la vendemmia del principe dei vini trentini: il Teroldego onde evitare problemi». E la qualità? Le uve incantinate fanno 21-22 brix, quindi nella norma e la quantità buona dopo due anni scarsi. Lavis ci dice il responsabile tecnico, Corrado Aldrighetti ormai i bianchi del fondo valle sono nelle botti, e i primi assaggi di base spumante è ottima, 18 gradi babo all’incantinamento, ora si sta completando il Müller Thurgau in Valle di Cembra, nei prossimi giorni si parte con il Teroldego, quindi la schiava e via via tutti gli altri. I danni da marciume? Decisamente contenuti perché abbiamo vendemmiato con tempestività. Lo stesso discorso vale per il direttore di Aldeno Walter Weber, che ricorda che oggi si finisce con lo Chardonnay in un’annata buona ed abbondante dopo due anni di magra. Concludiamo con Vivallis, Mauro Baldessari afferma che si sta concludendo con le uve bianche ottima la qualità e quantità nei limiti delle Doc. Lagrein e Marzemino hanno dei problemi dal punto di vista sanitario e pertanto considerati i cedimenti sulle rosse si parte con Rebo, quindi Lagrein, e Marzemino in destra Adige.













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