Etika, il fondo che offre  case autonome a 38 disabili 

Grazie all’adesione all’offerta luce e gas della Cooperazione e di Dolomiti Energia  finanziati progetti per 200mila euro: si risparmia in bolletta e si offre un aiuto


di Fabio Peterlongo


TRENTO. Disabili, abitare in autonomia è possibile grazie ad “etika”, un fondo sociale con la bolletta solidale promossa da Dolomiti Energia e Cooperazione Trentina e adottata da 36mila trentini. Sono 38 i disabili che hanno intrapreso un percorso abitativo autonomo, a fronte di un investimento di 200mila euro nel 2018 e di 225mila euro nel 2017, con il supporto delle cooperative “La Rete”, Iter, “Il ponte”, Cs4 e Gsh. «Cinquant’anni dopo la legge Basaglia, sconfiggiamo gli stereotipi che vedono i disabili costretti in “ambienti protetti”. Ma il percorso non è facile né la riuscita scontata» commenta Piergiorgio Reggio, docente alla “Cattolica” di Milano e componente del comitato scientifico di “etika”.

La presidente della Cooperazione Marina Mattarei ha speso parole di soddisfazione: «Oggi si respira una boccata d’ossigeno, dopo mesi di “trimestrali” ecco il vero volto della cooperazione».

I numeri di “etika”

«Sono 36mila, ovvero il 10% dell’utenza, i sottoscrittori della bolletta "etika”, che ottengono uno sconto sulle tariffe - ha spiegato l’ad di Dolomiti Energia Marco Merler - mentre Dolomiti Energia si impegna a versare 10 euro annuali per ciascun sottoscrittore. Sono stati raccolti in due anni circa 430mila euro».

Nel 2018 sono stati finanziati 5 progetti sociali di 4 cooperative per 20 persone con disabilità. Merler sottolinea come i fondi di “etika” non siano destinati al pagamento degli affitti delle case, a carico di cooperative e famiglie, ma serviranno principalmente per gli stipendi degli operatori professionali.

I progetti

Tra i progetti del 2018, la cooperativa perginese Cs4 ha individuato i casi di una donna 61enne con gravi problemi familiari e un 21enne con conflittualità interna: si troveranno a convivere in un contesto che ne valorizzerà le risorse personali. La cooperativa “La Rete” ha indicato la vicenda di Michele, 47 anni, con deficit intellettivo severo e invalidità totale: vive in un appartamento della cooperativa e sarà impiegato in un progetto di agricoltura sociale. Sempre “La Rete” intende promuovere l’autonomia di Gianni, 31enne, con disturbi ossessivo-compulsivi, vissuto in orfanotrofio in Bulgaria fino ai 6 anni: il progetto vuole contenerne i momenti di crisi attraverso la promozione delle sue abilità sociali. La cooperativa Gsh di Cles prevede una coabitazione a tre: Maria, 52 anni, con disabilità intellettive; Luca, 29 anni, affetto da un disturbo dello sviluppo; Paolo, 27 anni, con sindrome di Kabuki. L’obiettivo è di rendere autonome queste persone dai nuclei familiari, che hanno mostrato carenze gestionali. La condivisione degli spazi abitativi punta a far sperimentare la gestione degli spazi e delle relazioni. Le cooperative Iter e “Il ponte” propongono in Vallagarina un progetto che coinvolgerà dalle 12 alle 16 persone divise in piccoli gruppi: queste persone sono impegnate in attività lavorative e attraverso la “casa” si vuole favorire la crescita delle capacità relazionali.















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