Ecco i «segreti» per trovare un lavoro

I consigli dei manager che a Povo hanno incontrato tantissimi giovani nei colloqui aperti: «Dovete avere le idee chiare»


di Giulia Merlo


TRENTO. Attivo e intraprendente, altamente ricettivo e con capacità di lavorare in gruppo. Non è necessaria esperienza lavorativa pregressa, ma sono viste con interesse attività da autodidatta, come lo sviluppo di piccole applicazioni o startup. Il percorso di studi è importante, senza almeno una triennale non si viene presi in considerazione, ma non conta solo il curriculum scolastico: è necessario saper valorizzare le proprie conoscenze, acquisite anche fuori dall’università.

Imprescindibile, la conoscenza dell’inglese.

Questo è il profilo richiesto ai futuri ingegneri, programmatori, grafici e informatici, che ieri hanno potuto sottoporsi a veri e propri colloqui conoscitivi con aziende operanti nel settore Ict – Information and communication technology – organizzati all’interno della kermesse Ict Days di Trento Rise.

I talent scout non valutano solo la predisposizione mentale e la formazione, però: quando ci si siede per un colloquio e quella mezz’ora di stress potrebbe fruttare un futuro impiego, a tradire può essere il linguaggio non verbale.

«Stretta di mano decisa, modo di porsi “smart” e una linguistica corretta sono le prime cose che valuto - spiega Mauro Albè, recruiter di I&T sistemi, principale partner di Informatica Trentina - poi è necessaria assoluta puntualità nelle risposte, che devono essere dirette e non evasive, e soprattutto mai perdere il contatto visivo con il proprio interlocutore».

Modo di porsi “smart” è un concetto ricorrente, che non si spiega in un solo termine italiano: «Significa essere educati ma decisi, fare sì che l’interesse rimanga alto in chi ascolta, sapersi raccontare. È importante anche presentarsi in modo curato, che non significa necessariamente elegante, ma serio», parola di Confindustria Trentino.

Un altro elemento da non sottovalutare è il curriculum, il formato europeo va bene – dicono tutti – ma a volte per fare colpo serve qualche accorgimento in più. «I curriculum più significativi sono quelli personali. Il formato europeo è molto chiaro ma anche standardizzato, più efficace è invece un curriculum che sia una finestra sulla personalità del candidato a trecentosessanta gradi, anche l’extra-lavoro», ha suggerito Albè.

Prima di fare un colloquio, però, il candidato deve aver ben chiaro a che ruolo punta: mai presentarsi senza sapere che tipo di azienda si ha di fronte e quale posizione è aperta. «La prima cosa da fare è verificare di avere tutte le qualifiche richieste per la posizione a cui si ambisce, per esempio il livello di studi o la specializzazione - ha spiegato la dottoressa Angela Fogarolli, ex studentessa dell’ateneo trentino ed ora manager della multinazionale Amazon a Monaco - è anche inutile presentarsi sperando di incantare chi si ha davanti, mentendo ad esempio sul livello di inglese, perché sono cose che si smascherano subito e fanno perdere reciprocamente del tempo».

Una volta superato il colloquio, però, si aprono le porte del magico mondo delle nuove tecnologie, uno dei pochi settori in espansione, in cui l’offerta di lavoro è in continua crescita e la ricettività verso studenti alla prima esperienza lavorativa è alta.

E, a detta delle aziende, gli studenti trentini non hanno di che preoccuparsi: risultano essere molto preparati dal punto di vista tecnico e non se la cavano male nemmeno con i colloqui.

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