«Di Benedetto si dimetta dal consiglio» 

Il Cda di Itas convocato dopo la lettera dell’ex presidente si chiude con l’invito a lasciare e con il ritiro della delega all’Ania



TRENTO. La montagna dell’indignazione ai vertici dell’Itas ha partorito il topolino. Ieri mattina si è tenuto il consiglio d’amministrazione straordinario convocato in fretta e furia per rispondere alla lettera che l’ex presidente Giovanni Di Benedetto aveva inviato ai delegati criticando aspramente sia il presidente Fabrizio Lorenz che il vice Giuseppe Consoli. I vertici avevano fatto fuoco e fiamme minacciando querele del Cda nei confronti di Di Benedetto, ma ieri, alla fine, il consiglio si è concluso con la decisione di invitare l’ex presidente a dimettersi subito e di ritirargli le deleghe, la più importante è quella di rappresentante all’Ania, l’associazione nazionale delle assicurazioni. Dopo un’ora di lunga discussione, nel comunicato ufficiale non si fa alcun cenno ad azioni legali, ma si ricorda che lo stesso Di Benedetto aveva votato a favore di Lorenz per la presidenza di Itas, nella seduta del cda del 20 settembre 2017. Ieri l’ex presidente non c’era e il consiglio ha anche votato la solidarietà a Lorenz e a Consoli. Il comunicato ufficiale è stringato: «All’unanimità dei presenti il CdA ha deciso di invitare il consigliere Di Benedetto a rassegnare con effetto immediato le dimissioni da tutti gli organismi societari del Gruppo Itas, ove egli ancora ricopre la carica di consigliere, non potendosi più ritenere compatibile detto ruolo con i comportamenti da lui tenuti. Per le stesse ragioni il CdA ritiene che Di Benedetto non possa più rappresentare le posizioni e le opinioni del Gruppo Itas in seno agli organi associativi e pertanto ha deciso di revocare la designazione del consigliere Di Benedetto quale rappresentante di Itas in Ania».

L’ex presidente da Udine, però, risponde per le rime: «Il comunicato del Cda si commenta da solo. Per quanto riguarda eventuali dimissioni, se avverranno sarà unicamente per mia decisione e non certo perché me lo chiedono. Osservo che le tanto sbandierate azioni legali non sono state decise. Uno, se ritiene di essere diffamato, si difende con la denuncia». L’impressione è che la bagarre rientri nei giochi in vista dell’assemblea del 24 aprile. Le due liste, quella guidata da Lorenz e quella capitanata dall’avvocato Andrea Girardi, stanno raccogliendo le firme in vista del deposito che deve essere definito entro venerdì prossimo. Girardi ha dalla sua Maria Teresa Bernelli, docente all’Università di Trento, Paolo Vagnone, esperto di assicurazioni che ha lavorato anche ai Lloyd’s di Londra, Franco Cerri, Sergio Fedrizzi, Clive Mendes, Laura Nieri, Walter Pardatscher, Elmar Pichler Rolle, Sergio BarbacoviDario Manzana, figlio di Fausto Manzana patron della Gpi, Gabriele Taddei e Luca Odorizzi. Dall’altra parte ci sono ben sei memrbi dell’attuale Cda, a partire da Lorenz e Consoli, a cui si aggiungono ilo commerciante Mario Ramonda e Luciano Rova. Gli esperti dicono che è importante l’ordine di presentazione, dal momento che la lista vincente avrà 9 consiglieri e quella perdente 2, mentre i soci sovventori hanno due posti, e si entrerà in consiglio in base all’ordine di presentazione. Quindi i nomi in fondo alla lista non hanno alcuna possibilità di essere eletti.

Il clima, intanto, sta diventando incandescente. I sostenitori di Girardi accusano l’alttra parte di fare una vera e propria campagna intimidatoria nei confronti degli agenti schierati per l’avvocato. E nei prossimi giorni il clima potrebbe anche peggiorare.













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