Ccb, dopo il nuovo cda  tutti sul carro di Fracalossi 

Fugatti e Mattarei (da sempre critici) i primi a complimentarsi. Ieri l’applauso anche di Patt e Pd. Dubbi solo dal M5S che chiede lumi sulle regole di vigilanza 


di Luca Petermaier


TRENTO. Tutti sul carro del presidente Fracalossi e dell’ad Sartori il giorno dopo la definizione del nuovo cda di Cassa Centrale Banca che ha confermato ai vertici del board la consolidata coppia trentina.

Lunedì sera, tra i primi a complimentarsi con il presidente neo eletto, sono stati il governatore Maurizio Fugatti e la presidente della cooperazione trentina Marina Mattarei. Quest’ultima - pur scettica da sempre rispetto al processo di riforma del credito cooperativo (tanto da prendere parte nei mesi scorsi all’assemblea di “Articolo 1”, associazione apertamente contraria alla riforma) - lunedì ha comunque voluto sottolineare che «la presidenza del Gruppo Cassa Centrale Banca di Giorgio Fracalossi, cui si accompagna l’indicazione dell’amministratore delegato Mario Sartori, è di grande significato per il Trentino, un riconoscimento alla competenza e alla tenacia di chi ha creduto e portato avanti il progetto di una capogruppo con sede a Trento».

Si è spinto persino a parlare di «orgoglio» il governatore Fugatti, commentando a caldo la notizia del nuovo board targato trentino, benché fosse stato proprio il suo partito a sollevare pesanti dubbi sulla riforma del credito, arrivando addirittura a farne slittare l’entrata in vigore di qualche mese. Posizione subito giudicata ambigua dal Pd che ieri, con una nota a firma di Giorgio Tonini, dopo essersi complimentato con Fracalossi ha aggiunto: «Onestà intellettuale avrebbe richiesto al presidente di affiancare al pizzico di orgoglio un cenno di riconoscimento del lavoro fatto dai parlamentari trentini nella scorsa legislatura, per aver sostenuto, in stretto raccordo con la Provincia autonoma e con le nostre Casse rurali, la riforma che ha reso possibile la buona notizia di ieri, insieme ad un briciolo di autocritica per aver avversato quella stessa riforma in modo demagogico e strumentale, salvo poi doversi arrendere dinanzi all’evidenza».

Ieri si è congratulato con Ccb anche il Patt di Franco Panizza che «ha sempre sostenuto la riforma del credito cooperativo sia a livello provinciale, con l’ex giunta Rossi sia a livello nazionale».

Unica voce fuori dal coro quella del M5S che ieri, con un’interrogazione di Filippo Degasperi - ha chiesto alla giunta provinciale «come intende adeguare la funzione di vigilanza sulle cooperative agli esiti della riforma e come intende intervenire per verificare il rispetto del principio di mutualità nella nuova articolazione del credito cooperativo».













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