Alto Adige e Trentino, realtà a confronto 

Il dibattito all’assemblea di Confindustria Trento. Zoppas: «Io invidio molto la vostra autonomia»



TRENTO. Il Trentino va forte, ma l’Alto Adige lo batte. Da una parte - a Trento - la Provincia autonoma investe di più: in innovazione, in ricerca, in formazione. Dall’altra - a Bolzano - le imprese “tirano” di più, grazie prima di tutto all’export. E sembrano persino prescindere dall’amministrazione, che criticano anche per la realizzazione del Noi, parco tecnologico che il presidente di Assoimprenditori Alto Adige, Federico Giudiceandrea, definisce senza grandi giri di parole una cattedrale nel deserto. Il Trentino, invece, riconosce il ruolo di un’amministrazione provinciale che sollecita però a fare di più. Ad esempio per quel che riguarda il grande tema delle infrastrutture.

È soprattutto di questo che s’è parlato, sollecitati anche dai dati presentati dal professor Carlo Carraro, ex rettore e ancora docente di Ca’ Foscari direttore scientifico della fondazione Nordest, alla fine dell’assemblea annuale di Confindustria Trento, nella vivace tavola rotonda moderata dal nostro direttore. A rispondere alle domande di Alberto Faustini, il presidente Giudiceandrea, il presidente di Confindustria Veneto Matteo Zoppas, il vicepresidente di Confindustria Trento, Rocco Cristofolini, il direttore generale e amministratore delegato di Sparkasse, Nicola Calabrò. «L’Alto Adige, grazie ad una spinta privata, negli ultimi vent’anni, s’è di fatto reindustrializzato - ha detto Giudiceandrea - puntando con forza sull’esportazione. Attenzione poi ai dati - ha aggiunto - io investo il 20 per cento in sviluppo, ad esempio, ma sono dati che non emergono dal bilancio. L’industria in Alto Adige ha fatto la differenza, lavorando bene anche se tutti pensano che l’Alto Adige sia solo la terra del turismo e delle mele». In linea il vicepresidente trentino di Confindustria, Rocco Cristofolini, che ha ribadito il peso (anche economico) e la forza delle imprese trentine, spiegando quanto sia importante fare sinergia, muoversi insieme, fare rete e fare formazione, anche all’interno del rinato coordinamento imprenditori. «Le banche - ha invece detto Calabrò - sono uscite dalla foresta. Sono uscite dalle porte e sono diventate imprese capaci di sostenere in modo nuovo il territorio, diventando banche di sistema». Matteo Zoppas ha invece detto di invidiare l’autonomia, anche in termini di efficienza.













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