Una cineasta trentina sulle tracce del giaguaro 

«Lavoro in Messico per documentare il rapporto sacrale tra il felino e gli abitanti» Martedì scorso all’Astra di Trento la presentazione di un altro suo lavoro: “Derico”


di Sandra Mattei


TRENTO. Dall’horror al documentario naturalista. Si possono sintetizzare così le passioni di una giovane trentina, Camilla Daldoss, 30 anni, che vive a Vigalzano in Valsugana, ma che negli ultimi due anni ha fatto la spola tra il Trentino e lo Yucatan. Camilla da tempo si è specializzata in fotografia, video, animazione, ma è anche autrice di canzoni. Una creativa a tutto tondo, avendo coltivato le sue passioni negli studi superiori alla Scuola d’Arte “Vittoria” di Trento, passando poi alla Scuola di cinema indipendente e l’Accademia Nemo di Firenze. Un esempio di quello che realizza Camilla lo si è avuto martedì 12 febbraio, alla multisala Astra di Trento, con la proiezione di “Derico”, un progetto di Alex Lucchesi, attore e regista toscano che ha al suo attivo video indipendenti e partecipazioni a film e fiction tv. “Derico”, proiettato in una serata ad inviti, è il risultato di un progetto partito nel 1998: un film d’animazione che unisce con un filo rosso la discesa negli inferi di Dante nella Divina Commedia alle fantasie fantascientifiche di Lovecraft. Un lavoro ambizioso, completamente indipendente, che si è avvalso dell’impegno di tanti amici di Lucchesi, professionisti e non, che si è sviluppato per cinque anni. Il risultato è piuttosto discontinuo: nell’ansia di volere mettere insieme le passioni di Lucchesi&Co, dal genere horror al fantascientifico, senza dimenticare i rimandi alla follia nazista, ci sono delle parti più riuscite, altre meno. Molto raffinata l’animazione, con tavole disegnate a mano secondo la tecnica classica, meno la parte recitata, con effetti splatter eccessivi. Raccontare la trama è ininfluente, essendo il film un viaggio spazio temporale, quasi lisergico, sospeso tra “mondo storico e quello dell’incubo”, come lo definisce lo stesso Lucchesi. Se un merito c’è, è quello di avere coinvolto nel progetto tante creatività, dalla band rock dei roveretani Dunwich Motel, che hanno eseguito gran parte della colonna sonora al compositore veronese Alessandro Fusaro. Trentini anche i protagonisti Nico Petracchi, Stefano Degasperi, Jacopo Dellamaria e Zac Zanghellini per una produzione corale, che ha visto il contributo determinante di Camilla Daldoss e di Alessio Cherubini, come direttori della fotografia. «L’amicizia con Alex – racconta Camilla – è nata per la stessa passione del genere horror, quello delle origini, alla Carpenter per capirci, dove gli effetti speciali sono artigianali, dove il trucco è ben evidente. Anche l’animazione è fatta con tavole disegnate e colorate a mano. E la scelta delle inquadrature nel film, con primi piani molto stretti, richiamano altri maestri che amiamo, come Sergio Leone e Akira Kurosawa. Forse il film sarà più fruibile quando uscirà una versione dvd con fumetto, tipo Marvel, una graphic novel allegata al film. In ogni caso, penso che in base alle critiche, il film potrà essere soggetto ad alcune modifiche». Camilla ha fatto la gavetta in video indipendenti e direzione della fotografia e questa esperienza la sta mettendo a frutto in un interessante progetto naturalistico in Messico. «Ho avuto la possibilità di conoscere – spiega – un biologo e fotografo di Merida, Fernando Costantino Martinez Belmar, con il quale sto lavorando ad un documentario che racconta il rapporto della popolazione di un villaggio in Yucatan, Tesoco Nuevo, con il giaguaro, specie che rischia l’estinzione per il progetto di una ferrovia che dovrebbe attraversare la penisola messicana e che distruggere l’habitat del felino, la giungla. Abbiamo ascoltato le voci degli abitanti, che vedono nel giaguaro un essere divino e che lo rispettano, ed è un esempio di come sia possibile la convivenza. Purtroppo in Messico arrivano anche tanti bracconieri dagli Usa e lungo la riviera spesso i giaguari vengono investiti dagli automobilisti. Si tratta di una lavorazione complessa, perché il giaguaro non è facile da riprendere, per questo abbiamo utilizzato delle telecamere-trappole per cercare di catturare il loro passaggio. In più è una lavorazione indipendente, iniziata con un crowdfunding, grazie ad un trailer online che è stato anche premiato. Le riprese sono quasi terminate ed a breve passerò al montaggio ed al suono. Ora stiamo contattando alcuni enti per capire se sono interessati a sostenere il nostro lavoro».













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