Un docufilm per ricordare Abbado

Autore è il meranese Helmut Failoni assieme a Francesco Merini



BOLZANO. Un film-documentario per mostrare fuori dagli stereotipi i musicisti di un'orchestra particolare: quel gran mix di genio e gioventù che è stata - e si spera tornerà ad essere - la Mozart di Claudio Abbado. Dando la parola agli stessi musicisti e alle loro storie lontanissime dall'immagine cristallizzata dei maestri come «algidi intellettuali fuori dal mondo». Facendo vincere allo stesso Abbado la consueta ritrosia alle telecamere in quella che sarà l'ultima intervista in video pochi mesi prima della morte. Tutto questo è “L'Orchestra. Claudio Abbado e i musicisti della Mozart”, del meranese Helmut Failoni e Francesco Merini, prodotto da Mammut Film e presentato in anteprima mondiale al Biografilm Festival di Bologna. Un lungometraggio che non parla solo ai melomani. I due autori (che già avevano raccontato l'Abbado sudamericano in “L'altra voce della musica”) hanno vissuto i dieci anni dell'orchestra, filmando in particolare i momenti in cui la Mozart è esplosa. Allora, l'hanno seguita a Madrid e a Vienna; a Losanna e a Palermo. Partendo, ovviamente, da Bologna. «Questo documentario - ha detto Merini - è la fine di un lungo viaggio iniziato dieci anni fa, quando per la prima volta e ancora lo ringrazio, Helmut mi ha trascinato in Venezuela». Failoni, giornalista molto vicino ad Abbado, ha raccontato il modo in cui è stato colto il grande direttore: «Emanava una specie di onde magnetiche da captare. Era lui che senza parlare ti diceva quando potevi avvicinarti. Nel film abbiamo cercato di tenere insieme le gag e la profondità. Trovando la spontaneità dei musicisti».













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