Tra miti e simboli riparte il seminario sul mondo antico 

Rovereto. Il ciclo di incontri è dedicato alla memoria di Untersteiner Oggi, a Palazzo Fedrigotti, Maurizio Bettini e “Le parole di Roma”


MARIA VIVEROS


Rovereto. Interrogare i classici, restituendo il piacere della conoscenza del pensiero di autori greci e latini per trovare dei varchi attraverso cui scorgere valori che ci appartengono e che, nonostante lo scorrere del tempo, rendono palese l’attualità del passato. Su questi presupposti si articola l’attività del Seminario permanente “Mario Untersteiner”, dedicato alla memoria del grande studioso roveretano (1899-1981), che da dieci anni propone percorsi di indagine sempre inediti aperti al dibattito e al confronto grazie al contributo di studiosi di fama e di formazione diversa. Da non dimenticare l’importante contributo delle attività aperte anche ai non addetti ai lavori per la diffusione della conoscenza della cultura classica. Organizzato sotto la responsabilità scientifica di Alice Bonandini, Giorgio Ieranò e Lucia Rodler, dell’Università di Trento, vede il sinergico contributo dell’Ateneo trentino e della Biblioteca civica “G. Tartarotti” di Rovereto, grazie al sostegno dell’Iprase, Istituto provinciale per la ricerca e la sperimentazione educativa, e del “Laboratorio “Dionysos” dell’Università di Trento.

Focus della riflessione di quest’anno il tema “Miti, simboli e filosofie di vita”. Oggi, lunedì 18 marzo, alle ore 17.30, nella Sala Seminari di Palazzo Fedrigotti in corso Bettini 31 a Rovereto, il primo incontro sarà con Maurizio Bettini. Classicista, fondatore del Centro “Antropologia e mondo antico” dell’ Università di Siena e "Sather Professor" 2018 dell'Università di Berkeley (California), con “Le parole di Roma”, ripercorrerà la storia di Roma antica partendo dai suoi miti fondativi e soffermandosi sulla funzione della parola, dell’ascolto e dell’oralità.

Nel secondo appuntamento (giovedì 28 marzo), il latinista Ivano Dionigi, già rettore dell’Università Alma Mater di Bologna, presenterà il suo ultimo libro, “Quando la vita ti viene a trovare” (Laterza), un immaginario dialogo fra Lucrezio e Seneca, due degli autori latini che più di altri si sono opposti a forme di pensiero unico. Dionigi, con le parole che mette loro in bocca, rivolge l’invito a cogliere le molteplici sfaccettature del reale per “dare un senso alle cose”. È un dovere dell’uomo porsi delle domande. Solo così si potrà attraversare la vita con consapevolezza e accedere a quella saggezza che porta a diventare cittadini del mondo, “perché il mondo intero è la nostra patria. L’orbe, non l’urbe”.

Il glottologo Mario Negri, già rettore dell’Università IULM di Milano, martedì 16 aprile concluderà questo ciclo di incontri, addentrandosi nel mito del labirinto (“Il labirinto tra mito e storia”), uno dei simboli più evocativi della cultura occidentale, dotato di un fascino che resiste all’erosione del tempo. Paradigma della molteplicità del reale, archetipo di conoscenza, metafora del senso della vita per l’intricato gioco.

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