Teatro, c’è Potted Potter il maghetto “condensato” 

La parodia. Oggi all’Auditorium di Trento, i 7 libri della Rowling compressi in scene da 10 minuti Davide Nebbia: «Noi siamo la prima compagnia non inglese a portare in scena lo spettacolo»


Katja Casagranda


Trento. Sull’onda di un enorme successo arriva quest’oggi, 1 dicembre, atteso lo spettacolo “Potted Potter”, dal sottotitolo “l’unica esperienza potteriana non autorizzata”. Per appassionati della saga di Henry Potter ma anche per tutti gli altri, l’appuntamento è alle ore 17 in Auditorium a Trento. Settanta minuti di pura comicità ideata da Daniel Clarkson e Jefferson Turner per la regia di Richard Hurst con Davide Nebbia e Mario Finulli, Ed è proprio Davide Nebbia che racconta come si possa comprimere i sette libri della Rowling in scena da 10 minuti ciascuno.

Iniziamo proprio dai libri e da quel li avete letti tutti?

A dire il vero, io personalmente non li ho letti tutti, ma ho visto i film. Invece Finulli è un vero esperto e fan della saga di Harry Potter. Ciò che ci diverte è che nello spettacolo i ostri ruoli sono invertiti in cui io risulto l’esperto fan e lui deve interpretare invece quello che non ne sa nulla.

Tra il resto è difficilissimo avere liberatorie dal marchio Potter, come avete fatto?

Lo spettacolo è un format inglese che viene eseguito eguale in tutto il mondo e nella versione italiana siamo la prima compagnia non inglese a portarlo in scena. Ha girato il mondo dall’America al Messico e proprio per aggirare il tutto c’è quel sottotitolo di unica esperienza potteriana non autorizzata Lo spettacolo nasceva come spettacolo di strada nel 2005 per bambini creato da alcuni autori della BBC proprio in vista dell’uscita del sesto libro per intrattenere i fan in fila fuori dalla libreria in attesa che aprisse per comprare la nuova copia del libro. Di lì poi si è sviluppata la versione teatrale.

Tornando alla condensazione, come avete Bignamizzato i sette libri della saga?

In scena ci siamo noi due Davide e Mario che decidiamo di fare un omaggio al mio eroe, visto io sarei il fan, ma con un budget molto esiguo. Si tratta di una parodia con riferimenti continui al libro di cui ad ogni capitolo della saga sono dedicati 10 minuti. Ovviamente non si possono cogliere tutti i fatti ma si è creata una drammaturgia che anche chi non ha mai letto nulla di Harry Potter può capire e godere dello spettacolo.

Qual è il personaggio a cui sei più legato?

Personalmente mi piacciono i cattivi ma se devo dirla tutta mi piace la figura dell’elfo domestico che si affranca dalla sua condizione di schiavitù. Credo sia un buon riferimento sociale e culturale per i giorni nostri.

E con i libri che rapporto avete?

Il mio è un legame adolescenziale, invece per Mario è viscerale, tanto che spesso se li rilegge e li conosce a menadito.

E la vostra posizione circa incantesimi e magia?

Fa parte della cultura inglese ed è vero che qualche tempo fa si era parlato di stregoneria e messa al bando da una certa corrente di pensiero, ma per me non c’è nulla di satanico nella fantasia e alla base di qualsiasi allusione alla magia essa si basa sempre sul fatto che ogni cosa va guadagnata non si riceve nulla senza meritarselo. E questo è un bel messaggio.

Qual è il segreto del successo di Potted Potter?

Il fatto che si ride tanto e che i personaggi scorrono con un ritmo sempre molto sostenuto con trovate che coinvolgono il pubblico. Posso anticipare che saranno coinvolti in una gara di Quiddich in sala per esempio con tutto ciò che ne conviene. Per giunta fra me e Mario è subito nato un feeling che in scena si vede.













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