Tavole e disegni del Codice Brandis escono dall’ oblio 

Gli scorci dimenticati del Tirolo storico, anno 1618 Oggi se ne parlerà a Merano e poi a Trento e Rovereto


di Fiorenzo Degasperi


BOLZANO. Un uomo severo ma gioviale ti accompagna per le sale dell’Archivio storico provinciale di Bolzano. Passi felpati, silenzio ovunque, un silenzio carico di storia e di cultura. L’uomo guida ha le mani guantate, imprigionate in un sudario leggero e lieve. Si ferma e da un enorme armadio estrae un librone e lo deposita su di un tavolo. Poi, delicatamente, come se sfogliasse una rosa per carpire i segreti dell’amore, volta le pagine. Lentamente, foglio dopo foglio, emergono decine e decine di disegni, di incisioni per essere esatti: alla fine si contano 105 tavole, disegnate con estrema maestria: opere che parlano di castelli ancor vivi e di quelli ormai scomparsi, di fortezze, di città fortificate, di palazzi famosi e di quelli dimenticati. Il territorio narrato per immagini è quello del Tirolo storico. Una fotografia della “Terra inter montes”, la Terra tra i monti, lucida, veritiera, affascinante. Parliamo del Codice Brandis, un codice il cui nome deriva da quello del conte Andrä Jakob Brandis, uomo di fiducia dell’arciduca Massimiliano III, capitano del Tirolo, residente nell’ancor esistente castello Brandis a Lana, Merano. L’uomo di cultura si era incamminato nell’ardua impresa di raccontare la storia del Tirolo, di cui questo Codice è una parte. Assemblato nel 1618 circa, questo volume, geograficamente e documentariamente, corrisponde per importanza al Landlibell Trentino-Tirolese del 1511, ovvero al documento che sancisce l’autonomia e il diritto-dovere delle popolazioni di provvedere alla difesa del “Land”, della terra tirolese.

Eppure il Codice Brandis rimase assopito per anni, anzi per secoli, negli archivi provinciali. Soltanto Nicolò Rasmo, nel 1975, analizzò i 56 disegni che riguardavano il Trentino e, qualche anno prima (1973), il conte Oswald Trapp lo aveva utilizzato per delineare sulla rivista “Schlern” un elenco di nomi dei castelli e dei loro proprietari. Altrimenti un sottile silenzio si era depositato su questo scrigno di bellezza segnica ma anche di ricercata documentazione di un territorio compatto pur nella diversità. Ci sono voluti tutta la forza e l’amore di uno storico “on the road” come Alessandro Baccin, dell’Associazione Tangram di Merano, per farlo uscire dalle tenebre della dimenticanza e riportarlo sulla scena, con la decisione di pubblicare, in tre volumi, tutto l’apparato iconografico, accompagnandolo di volta in volta con contributi che approfondiscono tematiche economiche, artistiche e storiche del Seicento. Il primo volume è stato pubblicato proprio in questi giorni, coeditato da Tangram Merano e Edizioni Osiride di Rovereto, e riguarda i castelli del Burgraviato, della val Venosta e dell’alta valle dell’Inn. 167 pagine in cui Ulrike Kindl inquadra e descrive tutti i disegni dei primi tre percorsi compiuti dallo sconosciuto paesaggista: dalle residenze storiche di Maia Alta, alle città fortificate di Merano e di Glorenza, alla Certosa della val Senales, al magico quanto agguerrito ed unico sbarramento nella gola del Finstermünz in Austria – a pochi chilometri da Nauders –, ai castelli di Landeck e dintorni, possenti presidi ai confini del Tirolo con la Svizzera. Oltre al saggio di Ulrike Kindl troviamo gli scritti di Christoph Gufler (Una preziosa testimonianza storica dell’aristocrazia del Tirolo), dello stesso Alessandro Baccin (L’alba del Seicento sulla Contea del Tirolo), di Walter Landi (Castelli di carta) e di Carlo Andrea Postinger (La descrizione del territorio tirolese all’inizio del XVII secolo). Il primo volume – gli altri due usciranno a scadenza annuale –, dopo il successo ottenuto alla presentazione avvenuta a Castel Mareccio (Bolzano), sarà riproposto a Merano al Museo Mamming, oggi 18 aprile alle ore 18, il 17 maggio a Trento al Castello del Buonconsiglio (ore 18) e il 24 maggio a Rovereto al Palazzo della Fondazione Carispa in collaborazione con l’Accademia degli Agiati, sempre alle ore 18.















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