Suoni Universitari, gran finale con l’hip-hop di Murubutu

Trento. Giunge alla fase finale Suoni Universitari con i finalisti che si contendono la vittoria suon di note incrociati gli strumenti musicali. Ma i colpi di scena non mancano e dopo Ghemon che è...



Trento. Giunge alla fase finale Suoni Universitari con i finalisti che si contendono la vittoria suon di note incrociati gli strumenti musicali. Ma i colpi di scena non mancano e dopo Ghemon che è stato l’ospite capace di infiammare la finale dei Suoni Universitari 2018, arriva sul palco di Teatro Sanbapolis oggi, mercoledì 4 dicembre, quello che è considerato uno dei più talentuosi e apprezzati artisti hip hop italiani del momento: Murubutu. Ore 20.30 i riflettori si accendono sui quattro finalisti del concorso per poi dare spazio alla musica di Murubutu, nome d’arte di Alessio Mariani. L’artista si avvicina all’hip hop all’inizio degli anni ’90. Insegnante di filosofia e storia presso il liceo “Matilde di Canossa” di Reggio Emilia, dal 2000 comincia a riflettere sulla interazione fra contenuti scolastici e musica rap. L’intento è fare del rap un mezzo espressivo per trasmettere contenuti di ordine culturale senza perdere l’attenzione verso la cura stilistica. Il risultato è un nuovo sottogenere musicale: il rap didattico, concretizzato nel 2006 dall’uscita dell’album “Dove vola l’avvoltoio” con il collettivo La Kattiveria. Sulla scorta della contaminazione fra rap e narrativa Murubutu intraprende nel 2009 un progetto solista, interamente dedicato allo storytelling, in cui sonorità hip hop classiche fanno da tappeto a testi con una forte curvatura cantautorale e accenti poetici. Murubutu dal vivo, con l’aiuto della vocalist Dia e di Dj T-Robb, propongono una miscela unica di hip hop classico con poesia e narrativa. “Tenebra è la notte e altri racconti di buio e crepuscoli” è il suo nuovo disco, il suo quinto tributo al connubio fra musica rap e letteratura nonché il suo terzo concept album. I brani che lo compongono hanno tutti un comun denominatore: la notte. La notte come realtà parallela che trasforma magicamente i luoghi su cui cala mutandone i contorni, i colori ma anche le percezioni, i comportamenti e i sentimenti delle persone che la vivono. La notte come momento di riposo o tormento, ora sogno, ora incubo. La notte come continua metamorfosi soggetto-oggetto che assume facce diverse in un ciclo continuo. “La notte è davvero solo momento negativo funzionale al divenire illusorio dietro cui si cela l’Essere perenne di Parmenide?” Pare chiedersi Murubutu con questo lavoro Nell’album la notte si fa medium narrativo attraverso cui raccontare fenomeni complessi come la guerra, la solitudine, il lutto ma anche il fascino della natura, l’ispirazione artistica, l’amore. Il titolo che parafrasa la celebre opera di Fitzgerald allude alla notte come catalizzatore di paure e speranze in cui l’individuo vive più che mai il confronto con se stesso. Si ricorda che l’ingresso in teatro è a titolo gratuito e libero fino esaurimento posti e che è allestito un bus navetta per permettere di raggiungere il luogo del concerto e rientrare in centro città al termine.K.C.













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