Rovereto, domani va in scena la storia di Van Gogh

Rovereto. È il 1889 e l’unico desiderio di Vincent è uscire dalle austere mura del manicomio di Saint Paul. La sua prima speranza è riposta nell’inaspettata visita del fratello Theo che ha dovuto...



Rovereto. È il 1889 e l’unico desiderio di Vincent è uscire dalle austere mura del manicomio di Saint Paul. La sua prima speranza è riposta nell’inaspettata visita del fratello Theo che ha dovuto prendere quattro treni e persino un carretto per andare a trovarlo. Alla domanda come possa un grande pittore vivere in un luogo dove non c’è altro colore che il bianco, risponde o tenta di rispondere lo spettacolo di Stefano Massini “Vincent Van Gogh. L’odore assordante del bianco”, produzione Khora Teatro, Teatro Stabile D’Abruzzo in scena domani 4 dicembre nella stagione del Comune di Rovereto. Sul palco di Teatro Zandonai, ore 20.30 Alessandro Preziosi che veste i panni di Vincent Van Gogh diretto alla regia da Alessandro Maggio. Lo spettacolo, attraverso l’imprevedibile metafora del temporaneo della creatività artistica che lascia lo spettatore con il fiato sospeso dall’inizio alla fine. Il testo vincitore del Premio Tondelli a Riccione Teatro 2005 per la “…scrittura limpida, tesa, di rara immediatezza drammatica, capace di restituire il tormento dei personaggi con feroce immediatezza espressiva” firmato appunto da Stefano Massini con la sua drammaturgia asciutta ma ricca di spunti poetici, offre considerevoli opportunità di riflessione sul rapporto tra le arti e sul ruolo dell’artista nella società contemporanea isolamento del pittore in manicomio, diventa uno sorta di thriller psicologico che ruota attorno al tema “Sospensione, labilità, confine. Sono questi i luoghi, accidentati e mobili, suggeriti dalla traiettoria, indotti dallo scavo – spiega il regista Alessandro Maggi nelle note di regia - Soggetti interni di difficile identificazione, collocati nel complesso meccanismo dell’organicità della mente umana. Offerti e denudati dalla puntuale dinamicità e dalla concretezza del testo, aprono strade a potenziali orizzonti di ricerca. La scrittura di Massini, limpida, squisitamente intrinseca e tagliente, nella sua galoppante tensione narrativa, offre evidentemente la possibilità di questa indagine. Il serrato e tuttavia andante dialogo tra Van Gogh - internato nel manicomio di Saint Paul de Manson - e suo fratello Theo, propone non soltanto un oggettivo grandangolo sulla vicenda umana dell’artista, ma piuttosto ne rivela uno stadio sommerso”. Dopo aver convinto il pubblico trentino nei panni del “Don Giovanni” di Moliere, non solo interpretato ma anche diretto, Alessandro Preziosi, quarantacinquenne attore nato a Napoli e conosciuto al grande pubblico nella veste di attore cinematografico e di fiction televisive, torna ora in Trentino con questo lavoro intimista e tormentato su Van Gogh. Già apprezzato nella scorsa stagione di prosa a Teatro Sociale di Trento, Preziosi si confronta con il tormento del pittore che subisce la sua prigionia rinchiuso in un luogo completamente bianco ed atono, lui definito il “genio del colore” che amava esaltare le infinite sfumature della tavolozza cromatica.













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