La stagione del Portland punta tutto sul teatro civile 

Brunello: «Oggi stare sul palco ha senso solo se si coltiva il pensiero critico»  Dieci i titoli in programma. Si parte il 26 ottobre con “La moglie” di Cinzia Spano


di Katja Casagranda


TRENTO. «Quest’anno più che mai ci siamo domandati per quale motivo si resiste a fare, ospitare e produrre teatro, e soprattutto quale tipo di teatro si vuole prendere in considerazione e quale senso ha?». Con questa provocazione Andrea Brunello, anima e direttore artistico di Teatro Portland, ha inaugurato la presentazione della Stagione di prosa 2018-2019 dello spazio teatrale di via Papiria a Piedicastello di Trento. «Ci confrontiamo con una società sterile, alla deriva, a rischio di essere dominata da pensieri banali e semplici a grande impatto, dove imperano i social media che confezionano verità che non vengono verificate - prosegue Brunello, che poi spiega - Fare teatro oggi ha senso nel momento in cui prova a denunciare e a dialogare coltivando e innescando un pensiero critico». Compito del teatro è quello di smascherare le contraddizioni della società e le bugie che vengono raccontate. In questo momento dunque, teatro uguale a teatro civile, e questo è anche il fil rouge della rassegna del Portland composta di dieci titoli, tutti scelti fra il miglior teatro contemporaneo nazionale. Gli appuntamenti che avranno una cadenza quindicinale fra il 26 ottobre e il 22 marzo raccontano i drammi del nostro tempo, sul tema della sopraffazione sul più debole, con un largo spazio lasciato alla figura della donna che a discapito di ciò che appare, sostiene Brunello, è ancora vittima di maltrattamento, fisico o morale che sia. Si inizia quindi il 26 ottobre con lo spettacolo di Cinzia Spano “La moglie”, ispirato dal diario di Laura Fermi, moglie del fisico Enrico Fermi, ne tratteggia dubbi e riflessioni sul rapporto, che sebbene forte e vivo, risente del segreto che Fermi deve tenere circa il suo coinvolgimento nel Progetto Manhattan che produrrà la bomba atomica. Un segreto che pesa su Fermi e che la moglie coglie ma non sa come interpretare. Si parla di coppia anche il 9 novembre con il lavoro di Andrea Lupo “Lo stronzo”, tragicomico spettacolo in cui un carnefice affronta il desiderio di redimersi ma, come spesso accade, la porta è già stata chiusa alle spalle di una vittima che è uscita dal suo ruolo.

Uno spettacolo molto duro, per cui è vietato agli under 16, “Tutto scorre” di Massimo Sgorbani per il toscano Teatro popolare d’arte, affronta la disabilità e la violenza della protagonista a cui non rimane che una via di fuga quella di creare un muro fra se stessa e il mondo rinunciando alla propria dignità e amor proprio come difesa. Il 2018 chiude con “Ipazia, la nota più alta”. Il 14 dicembre la compagnia milanese Pacta dei Teatri fa rivivere il femminicidio di Ipazia, bibliotecaria e scienziata del IV secolo ad Alessandria la cui unica colpa fu quella di essere troppo bella e troppo intelligente in un mondo di uomini incapaci di sostenere un rapporto alla pari. L’anno nuovo inaugura al Portland con un delicato momento poetico della compagnia Riserva Canini con Valeria Sacco in “Talita Kum”. Spettacolo di teatro figura attraverso cui, l’11 gennaio, si indaga il lato oscuro e quello di luce dell’animo umano. Lo spettacolo è pluripremiato a livello mondiale. Il 18 gennaio invece arriva a Trento il linguaggio giovane di Bahamut, collettivo di tre giovanissimi neo diplomati del Paolo Grassi, con “It’s App to you”, spettacolo vincitore di In Box Blu 2018, network di cui il Portland è parte. La tecnologia è protagonista con i personaggi di un gioco in scena, avatar che incarnano i desideri dell’uomo di uccidere e distruggere. Torna Eccentrici Dadarò di Milano.

L’1 febbraio presenta “Tutto quello che volete”, un ragionamento sulla società, fatto con gentilezza ma di grande contenuto. Forte del Secondo posto a In Box 2018, il 15 febbraio fa tappa al Portland “Neve” di e con Giovanni Betto. In scena il racconto al nipote della campagna in Russia come alpino del nonno che pur addolcendolo testimonia tutto l’orrore della guerra Infine l’8 marzo Teatro Scientifico Teatro Laboratorio propone “Yesterday L’ultimo gioco” il dramma dell’alzheimer che cancella anche i ricordi più profondi. Mentre il 22 marzo Mulino ad Arte propone uno sguardo su un futuro presente in “Chaos Humanoid B12” in cui l’umanità si trova alla mercè della manipolazione robotica.













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