La regista Daisy Evans: «Vixen è la new way dell’ opera»

DANIELA MIMMITRENTO. Due tunnel sono la location ideale e perfetta per Vixen. La regista inglese Daisy Evans ha infatti ambientato nelle Gallerie di Piedicastello la sua opera che sarà presentata, in...


DANIELA MIMMI


DANIELA MIMMI

TRENTO. Due tunnel sono la location ideale e perfetta per Vixen. La regista inglese Daisy Evans ha infatti ambientato nelle Gallerie di Piedicastello la sua opera che sarà presentata, in prima italiana, oggi 2 marzo (ore 20) e domenica 3 marzo (ore 17 e ore 20), muovo appuntamento di Oper.A 20.21, la stagione dedicata dalla Fondazione Haydn di Bolzano e Trento al teatro musicale di oggi. Il pubblico indossa cuffie mediante le quali ascolta musica preregistrata e mixata con le performance dal vivo dei cantanti, può quindi muoversi e interagire con lo spazio. Vixen prende le mosse da “La piccola volpe astuta” del compositore ceco Leoš Janácek, che traspose in chiave operistica una novella. Nella versione di Daisy Evans la volpe è una giovane donna che, in un mondo al maschile resiste a un uomo che cerca di controllarla. Le parti di ispirazione folk dell’opera vengono eseguite dal vivo, mentre le parti orchestrali sono preregistrate. Chiediamo a Daisy Evans di definirci cosa è una Silent Opera. «Rappresenta la new way dell’opera, che non viene eseguita nei teatri classici, ma in spazi non convenzionali per quel genere di spettacolo. Inoltre qui vengono utilizzati attori, musicisti, proprio per uscire dagli schemi classici dell’opera». Perchè ha scelto La piccola volte astuta di Leoš Janácek?

Perchè la musica è perfetta. E’ drammatica, ma anche romanica; è folk e si ispira alla natura ed è la musica tipica del XXI secolo.

La volpe questa volta è una donna. Come mai?

Innanzitutto per ragioni drammaturgiche. E’ più realistico che un uomo si innamori di una donna, piuttosto che di una volpa. A Londra era una orribile volpe di strada. La seconda è una ragione molto pratica. Siamo una piccola compagnia, con pochi personaggi. Nell’originale ci sono previste centinaia di personaggi che interpretano tutti gli animali, compresi gli insetti della foresta, ma qui non era possibile.

Come ha scelto le parti musicali da eseguire dal vivo e quelle di cui utilizzare le registrazioni?

È tutto legato agli effetti che vogliamo ottenere con la drammaturgia. Le parti di ispirazione folk dell’opera di Janácek vengono eseguite dal vivo, mentre le parti orchestrali, intrise di Romanticismo, sono preregistrate. E poi c’è anche molta musica elettronica.

Come trova la location delle Gallerie di Piedicastello?

Mi hanno accompagnato a vedere gli spazi, e devo dire che ho subito accettato perchè sono petfetti.

Lei è sia librettista che regista. Quale ruolo le calza meglio?

Sono due cose molto separate tra loro. Anche perchè io non sono una regista tradizionale in un teatro tradizionale. Io creo da zero i miei lavori. Noi cerchiamo di creare un nuovo teatro!















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