“Giudizi Universali” di Cavosi in scena per Altre Tendenze 

Rovereto, doppio appuntamento con lo spettacolo teatrale venerdì al Melotti Itinerario “a stazioni” con gruppi di spettatori condotti dentro quattro testi


di Katja Casagranda


TRENTO. È affidato ad una produzione locale l’ultimo appuntamento di Altre tendenze, rassegna che guarda alla drammaturgia contemporanea, organizzata dal Centro Culturale Santa Chiara, all’interno della Stagione di Prosa. Sarà la coproduzione che vede in campo TrentoSpettacoli ed EvoèTeatro con una drammaturgia firmata da Roberto Cavosi a debuttare venerdì 20 aprile nel doppio turno delle ore 18.30 e poi le 21 per poi proporre un’ulteriore replica anche domenica 22 aprile, in Auditorium Melotti di Rovereto. Titola “Giudizi Universali” ed è strutturato in una sorta di itinerario a stazioni in cui il pubblico verrà condotto, in gruppi da settanta spettatori alla volta, attraverso quattro testi di Cavosi. Lo spettacolo si presenta quindi come un inedito esperimento teatrale che parte da un originale format drammaturgico, un dialogo diretto e continuo tra azione scenica, pubblico e contesto ambientale. “Giudizi Universali” nasce dall’incontro di due compagnie del territorio come TrentoSpettacoli ed Evoè!Teatro, realtà artistiche con base rispettivamente allo Spazio Off di Trento e allo SmartLab di Rovereto, con il progetto “Teatro-Giornale” del drammaturgo Roberto Cavosi. Autore e regista meranese, Roberto Cavosi è autore di pièces di successo. Nella sua carriera ha lavorato con registi di primo piano quali Luca Ronconi, Luigi Squarzina e Aldo Trionfo. Cavosi è l’ideatore della trasmissione radiofonica “Teatrogiornale”, punto di partenza per la creazione di un format drammaturgico: un corpus di suoi testi che, prendendo spunto da un fatto storico o di cronaca, illuminano temi, questioni e problemi del nostro tempo. Da quattro di questi testi nasce la pieces, uno spettacolo modulare e itinerante, site composto da quattro “stazioni” teatrali che si snodano in quattro spazi diversi, anche se contigui. Il primo quadro, “Velocemente lento”, per la regia di Clara Setti, ha come protagonista il tempo: il tempo del pensiero, il tempo di un tachimetro, il tempo delle rughe. Quattro personaggi chiusi nella solitudine della propria ossessione: un suicida, una tassista, una donna che aspetta e un uomo allo specchio. “Uno per quattro” è il titolo del secondo quadro, diretto da Stefano Cordella. Un momento nel quale riflettere su chi siamo, quali maschere indossiamo e quante personalità abitiamo. Un barista si racconta attraverso le sue varie, surreali e ironiche personalità.

Con “Acqua a nord-ovest”, la regista Maura Pettorruso racconta di tre persone rimaste isolate da tutto e da tutti, in seguito ad un’alluvione. Dalla finestra di casa loro osservano il diluvio e si rendono conto di essere persone fortunate, giacché sono vive. Il tempo che avanza viene scandito dalle notizie del giornale che ogni giorno redige uno dei sopravvissuti. Notizie composte da frammenti di pagine ormai vecchie. Cos’è vero? Cos’è falso? E’ ancora l’acqua, col suo trascinarsi dietro qualunque cosa trovi sul suo passaggio, la protagonista dell’ultimo quadro “Il Bacio dello stura”, che il regista Giacomo Ferraù ha voluto rendere metafora di un destino davanti al quale possiamo probabilmente solo sederci e aspettare. Un quadro onirico e vagamente buzzatiano, sospeso tra desideri siderali, implacabili pulsioni umane e l’inevitabile finitezza del tempo.













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