Gabriele Paolo Marra, nuovo lavoro musicale con incroci metal-jazz 

Il chitarrista trentino con il progetto “Howling in the Fog” ha pubblicato l’album intitolato «L’Eternitè par les Astres»


di Katja Casagranda


TRENTO. Nuovo disco per il progetto Howling in the Fog, che risponde al nome del musicista trentino Gabriele Paolo Marra. L’annuncio, ai tempi del social, lo ha dato lui stesso dalla sua pagina Facebook nei primi giorni del nuovo anno e ovviamente un artista come lui, che spazia oltre i confini trentini e italiani, ha scelto di fare l’annuncio in inglese. Il progetto Howling in the Fog infatti ha portato Marra a importanti palchi dei festival internazionali del mondo metal. Il suo sound infatti guarda alle sonorità metalliche, sia nel cantato che nelle atmosfere, pur essendo il suo mondo molto ampio. Marra infatti spazia appunto dal metal al jazz con partecipazione a progetti sperimentali jazz. S’intitola “L’Eternitè par les Astres” il disco, ascoltabile nella pubblicazione su youtube, dove in pochi giorni ha realizzato un migliaio di ascolti e quasi un centinaio di like. L’album racchiude un anno di lavoro, «un anno di vita, un anno di sacrifici, emozioni, esperienze, duro lavoro, ma tanta soddisfazione e momenti sia felici che tristi», sottolinea l’artista presentando al pubblico il suo lavoro, a cui allega una sorta di postilla presa in prestito da David R. Hawkins: «È un errore pensare che l’amore sia un’emozione, in realtà è uno stato di coscienza, un modo di essere al mondo e di vedere se stessi e gli altri».

Alla base dell’album sta una riflessione e un concetto molto spirituale e universale. Titolo, idea e concept infatti si ispirano all’opera “L’Eternitè par les Astres” di Louis-Auguste Blanqui, rivoluzionario, attivista e politico francese, considerato uno degli esponenti di spicco del socialismo utopistico dell’800, che nel suo libro «L’eternità degli astri» analizza la possibilità dell'esistenza di dimensioni parallele infinite, che necessariamente portano all'idea di infiniti nostri doppi, che ripeteranno o varieranno i nostri gesti. Temi che saranno cari a Borges o a Escher e che per certi versi appartengono anche agli aspetti più teorici della fantascienza.

«Personalmente- dichiara Marra - sono sempre stato molto affascinato da questi temi e concetti, dagli astri, l’universo, e come le stelle e i pianeti ci influenzano... Diciamo che ogni cosa, ogni momento, ogni azione, a mio modesto parere è collegata in qualche maniera a tutto quello che ci circonda».

L’album contiene 6 brani e quattro “intermezzi ambient”. E così si entra nel vivo. «L’opening track “Point of Value”- spiega l’artista - è stato un punto fondamentale sia a livello personale che musicale, riuscire ad aprirsi con la voce esaltandola al massimo con armonie e temi improvvisando totalmente ogni parte e portandola al massimo, è stata una vera rivelazione-goduria, che spezza ogni paletto di genere o etichetta». Seguono “Lunatic” con un pathos black metal, “Return to the Sea”, un ritorno al mare della Liguria che ha visto il musicista turnista alla chitarra sul palco dell’Ariston, “Ancient Future” che prosegue la via progressive con note black metal e timbriche di voce grattata e “Saved”, dal sound potente e d’impatto ma melodico al tempo stesso. Doverosi i ringraziamenti per le grafiche di Alexios Ciancio e gli scatti di Giorgio Zanella.

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