“Credi nell’impossibile”, parola di Andrew Basso 

Intervista all’escapologo. Sala affollata per la presentazione del suo nuovo libro Dopo Borgo, oggi si replica a Pergine. «Tanto materiale biografico. E poi molto di più»


Katja Casagranda


Pergine. Ha scelto Borgo Valsugana come data zero del Tour di “Credi nell’impossibile” edito da Mondadori, Andrew Basso, escapologo trentino salito con lo Show “The Illusionist” sui più grandi e prestigiosi palchi di tutto il mondo. Da Broadway a Sidney, dall’Europa alla Russia ma non solo fino all’Arabia Saudita da cui è appena rientrato per il lancio del suo libro. “Un libro scritto a quattro mani con Salvatore Vitellino, di cui sue sono le mani, mio il materiale biografico” dice Basso emozionato raggiunto ieri poco prima di salire sul palco della sua Borgo Valsugana. Teatro sold out e si replica oggi, 3 dicembre, a Pergine Valsugana in Teatro ore 20.30.

Una biografia ma anche una filosofia di vita?

Il libro racconta e parte da quel bambino di otto anni che incontra un mago e vede lo stupore sul volto di sua madre di fronte alla magia. Dieci anni di attività racchiusi nel libro, raccontati magicamente da Salvatore, con cui c’è stato un lavoro affiatato di telefonate via Skype di mesi, in cui accanto al racconto degli eventi successi ha estrapolato gli ingredienti per cui il sogno è stato inseguito, raggiunto e coltivato. Ci sono i palchi di cui quello più importante è Broadway. Come ho raccontato questa mattina (ieri per chi legge) agli studenti del mio ex Istituto scolastico di Borgo, partire da Borgo voleva dire proprio credere nell’impossibile, per incominciare perché Borgo non aveva precedenti, nel senso che se sogni di diventare calciatore hai una società sportiva e puoi seguire un iter, ma non certo per diventare un illusionista. Ma diciamocelo in quel di Borgo non si viveva nel lusso, si faticava a pagare le bollette. Eppure vorrei trasmettere il messaggio che il successo è la differenza con cui ti sei rialzato dopo le cadute e quante volte sei andato avanti nonostante tutto, anche i detrattori o chi ti frenava.

C’è la ricetta del successo?

Non conosco una formula universale. Vorrei solo ispirare a sognare, trovare il proprio sogno e crederci. Credo che al di là di quante copie si venderanno, il successo di questo libro è racchiuso anche solo in quell’unica persona che ho saputo ispirare. Nel libro sono citati tutti coloro che sono stati fondamentali per il mio percorso ad iniziare dai miei genitori, dai miei ispiratori ed insegnanti e poi i miei istruttori di apnea e sportivi e di seguito tutti gli altri.

Detrattori?

Non sono citati ma c’è un ringraziamento anche per loro, perché mi hanno temprato, mi hanno reso più forte e coriaceo e hanno fatto quindi la differenza dandomi la spinta a reagire anche solo per non dargliela vinta Così come i fallimenti, quel primo show a Sidney per cui mi ero preparato per anni e che mi ha visto tirare fuori dalla vasca di acqua dall’equipe medica. Sebbene il produttore mi disse di ritentare il giorno dopo, io volli affrontare subito il fallimento e 20 minuti dopo sfidavo di nuovo la morte e ho vinto. Si deve credere nel sogno.

Progetti?

Dovevo esserci a Borgo e poi Pergine per presentare il libro, anche perché volevo stare accanto a mio padre, dopo che è venuta a mancare improvvisamente mia madre. Poi arriverà il tour Europeo a gennaio e prima passerò il Natale a casa a New York. Insomma il sogno continua.

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