Con Djurberg & Hans Berg tra fango e confusione 

Un sogno a occhi aperti in un mondo surreale e dissacrante. E oggi il dj set


di Marzio Terrani


Al Mart di Rovereto apre questa sera, 5 ottobre, alle 19 la più ampia rassegna mai dedicata al duo svedese Djurberg & Berg, Leone d’Argento alla Biennale di Venezia del 2009. Un sogno a occhi aperti in un mondo surreale e dissacrante, attraverso le contraddizioni del nostro tempo. Tra installazioni ambientali, ambienti immersivi, realtà virtuale, è proprio il caso di dire: il Mart come non l’avete mai visto. La mostra si chiama “Nathalie Djurberg & Hans Berg. A Journey through Mud and Confusion with small Glimpses of Air/Un viaggio attraverso il fango e la confusione con piccole boccate d’aria” ed è stata realizzata dal Mart insieme al Moderna Museet di Stoccolma e in collaborazione con la Schirn Kunsthalle di Francoforte. Una piccola chicca: questa sera, dopo l’inaugurazione, alle ore 20 è previsto un Electronic live set di Hans Berg stesso. Ma torniamo alla mostra vera e propria. Una volta varcata la tenda d’ingresso, il visitatore è catapultato in paesaggi onirici abitati da personaggi stravaganti: persone, animali e piante che interpretano le pulsioni e le contraddizioni dell’animo umano. Come nelle realtà alterate e simboliche delle favole, esseri fantastici e grotteschi rappresentano vizi, virtù, metafore, messaggi, miti. I paesaggi dell’assurdo di Djurberg e Berg sono taglienti allegorie della società contemporanea, con i suoi riti, le debolezze, i sentimenti più viscerali. In questi magici e inquietanti mondi, come così nella narrazione popolare, l’analisi non è giudicante, ma sa essere spregiudicata. Surreale, l’arte di Djurberg e Berg racconta di noi, senza condanne. In bilico tra umorismo e oscurità, solleticando lo scollamento tra repulsione e attrazione, la mostra descrive un viaggio interiore, un esperimento per decifrare l’esistenza, “il tentativo di un ego di trovare la propria strada”, dichiarano gli artisti.

Djurberg e Berg esplorano le convenzioni e le norme precostituite, minando le certezze alla base dell’odierno patto sociale, sovvertono i cliché, le gerarchie di potere e i ruoli di genere. Tra scenari allucinati e ritmi vorticosi, le verità preconfezionate sulle supremazie uomo-natura o uomo-donna, così come i confini filosofici del tempo e dello spazio, vengono sovvertiti. Il crollo dei paradigmi è spaventoso e affascinante. Nella seducente confort zone della fantasia, le opere scatenano emozioni estreme e distanti tra loro, scavando nell’oscurità più profonda e volteggiando verso l’euforia più folle. Innocenza e vergogna, desiderio e ripugnanza, attrazione e avversione. L’invito degli artisti ai visitatori è: “perdere la strada”, smarrendosi tra oggetti, suoni, immagini in movimento, musica ipnotica. La mostra si snoda attraverso enigmatici labirinti della mente e paesaggi archetipici: il bosco, la grotta, la casa diventano spazi psicologici che nutrono le nostre inquietudini. Costruttori di universi, Djurberg e Berg giocano con gli ossimori anche nell’esecuzione materiale del lavoro. Le tecniche classiche dell’arte - scultura, pittura, disegno, musica - incontrano i dispositivi del presente. Divertenti e dissacranti, le grandi installazioni del duo svedese sono figurative e astratte, materiche e impalpabili: creature e oggetti tridimensioni dimorano dentro e fuori i film in stop motion, tra animazioni, sound art, realtà virtuale. Al Mart le maggiori opere realizzate tra il 2003 e oggi sono allestite secondo un percorso temporale scandito dai cambiamenti tecnologici degli ultimi anni: dalle video installazioni dei primi 2000, alla digital art del 2018, Djurberg e Berg sono indiscussi interpreti del proprio tempo. Il lavoro con cui la mostra si chiude It Will End in Stars/ Finirà nelle stelle (2018) è un vero e proprio set virtuale, prodotto in collaborazione con Acute Art. Utilizzando un visore ottico e due controller, i visitatori possono esplorare un ambiente fantastico, interagendo con l’opera e modificandone il percorso narrativo. (L’opera è attiva dal martedì al venerdì tra le 14 e le 17, sabato e domenica dalle 11 alle 17).

Quella in virtual reality non è l’unica opera del 2018: vengono presentate a Rovereto due nuove animazioni già sposte nella mostra di Stoccolma: Snake With a Mouth Sewn Shut, or, This is a Celebration /Serpente con la bocca chiusa, o Questa è una celebrazione e Delights of an Undirected Mind/ Delizie di una mente disorientata. In mostra inoltre un’intera sezione dedicata a singoli video indipendenti, un cinema, un’installazione immersiva nella quale sostare. L’esposizione, che durerà fino al 27 gennaio, è accompagnata da un catalogo in inglese.

Nati entrambi in Svezia nel 1978, Djurberg e Berg vivono e lavorano tra Berlino e Stoccolma. Nathalie Djurberg si definisce pittrice e realizza principalmente sculture e installazioni di grande formato o video d’animazione stop motion. Lavora in stretto dialogo con il compositore Hans Berg, la cui musica conferisce alle opere quella dimensione coinvolgente e dinamica.

Insieme negli ultimi dieci anni si sono guadagnati il ruolo di protagonisti della scena artistica internazionale.Le loro opere sono state esposte alla Biennale di Venezia, al New Museum di New York e al 21st Century Minsheng Art Museum di Shanghai. La mostra che approda a Rovereto è la loro prima grande antologica.













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