«Come donna, che faticaccia ma adesso posso volare alto»

Tour mondiale, contratto con la Universal. La rivana Kam Canini si racconta


di Katja Casagranda


TRENTO. Inauguriamo oggi un appuntamento che vuole essere un riflettore settimanale sulla musica comunemente detta dei dj, fra cui producer e sound system che riuniscono sotto la consolle il popolo della notte all’ombra delle nostre Dolomiti. In questo viaggio alla scoperta di un mondo che spesso viaggia per canali non ufficiali, il primo ritratto è quello di un dj al femminile che dall’Alto Garda suona oggi in tutto il mondo ed è nel rooster di una casa discografica mondiale. Il suo nome d’arte è Evo-K, all’anagrafe Kam Canini. Rivana di nascita vive ad Arco, ha frequentato il liceo Maffei a Riva e poi l’Accademia di musica moderna di Verona. Da lì ha spiccato il volo.

Come nasce la passione per questo lavoro e come si fa dal Trentino a “suonare” alla consolle di tutto il mondo?

«La mia passione per la musica nasce da piccolissima, me lo racconta la mia famiglia, che già verso i tre anni giocavo con la mia prima consolle (il padre era un noto deejay della scena regionale, ndr), rompendo a tutti i timpani a casa. Verso fine liceo ho capito che la musica stava diventando la parte più importante di me stessa e che avrei seguito questa strada negli studi e come lavoro. Da un posto di montagna immerso negli scenari meravigliosi del Trentino per inserirsi nell’industria musicale e di intrattenimenti mondiale si deve preventivare tanta e tanta gavetta, senza bruciare le tappe, con un impegno totale e dedizione giornaliera nel costruire un progetto solido, originale che possa competere con le eccellenze musicali mondiali affermate».

Come definiresti il tuo lavoro e qual è il tuo mondo?

«Il mio mondo è Musica a 360 gradi! Sono molti anni che lavoro in ambito musicale e dopo svariate esperienze, cambiamenti, crescite interiori e artistiche, ho sentito forte e chiaro un irresistibile richiamo verso l’Edm, cioè l’Electronic dance music. Sono una Deejay e producer: produco musica (brani inediti, remixes, reworks e arrangiamenti, sia per me stessa che per altri) e presento i miei spettacoli live in versione “Dj Set/Dj Act”. Nascendo come cantante, dove e quando mi è possibile incido brani con la mia voce. Dal vivo, se il palco o l’evento merita, posso unire la mia voce live al mio DJing.

Il tuo percorso?

«Finito il liceo ho studiato all’Accademia Musica Moderna e dopo in Inghilterra all’Institute For Performing Arts (nel mentre facevo spettacoli in regione, rinforzandomi per bene le ossa nel mondo della “nightlife”). Completati gli studi, ho diviso il mio tempo fra le produzioni e gli spettacoli dal vivo, impostato il mio lavoro vero e proprio. Inizialmente in Italia suonando un po’ ovunque da nord a sud e poi, piano piano firmando i primi contatti sia con case discografiche che con agenzie di spettacolo/intrattenimento estere e così il mio lavoro si è spostato quasi totalmente all’estero, dove c’è un mercato molto più interessante, ampio e ben predisposto rispetto all’Italia. Una volta che ti hanno aperto le porte all’estero, se mantieni impegno e professionalità al massimo, continui a migliorarti studiando e collaborando con i produttori tecnicamente più avanti rispetto a te e segui l’andamento del mercato che è in continua evoluzione, il risultato è che sei dentro e ci rimani.

Perché un nome d’arte?

«Dj e producers al alti livelli hanno spesso un nome d’arteche in questo campo è anche funzionale alla promozione, oltre al fatto che esso da un significato personale e particolare al proprio progetto artistico. Inizialmente il mio era “Evolution” poi quando ho trovato la mia strada è rimasto Evo a cui ho unito K, iniziale del mio nome».

Quali sono i trucchi con cui tenere in mano una folla?

La conoscenza di cosa appassiona il pubblico Edm, che va accontentato a prescindere dal proprio ego e dal proprio gusto, ovunque uno si trovi, oltre ad un livello tecnico. Di qui il resto è un qualcosa di delicato e personale, concedersi profondamente mentre si suona. Si deve avere qualcosa dentro che scalcia come un figlio in pancia…. e vuole a tutti i costi uscire per arrivare a toccare in profondità il cuore del pubblico. Se mentre suoni sei in grado di attivare questo “canale invisibile e sensibile”, allora hai aperto una comunicazione unica con il tuo pubblico e si crea la magia. A quel punto hai fatto breccia e non interessa più che musica fai, come ti vesti o che nome hai; tu sai per certo, che il linguaggio universale della musica ha funzionato e quella gente si ricorderà di te (e tu di loro), per molto molto tempo.

Com’è messa la musica oggi?

«Per l’Edm vedo una grande crescita del mercato internazionale. Per quanto riguarda l’Italia non lavorandoci non saprei, so solo che a livello di grandi eventi non è paragonabile all’estero».

Difficoltà maggiori essere donna in un mondo maschile?

«Sì molto. Inizialmente perché le donne “producers” erano pochissime e scarsamente accreditate. Poi, perché c’è stato il boom delle “sexy djanes”, ragazze immagine molto belle vendute come dj immagine non capaci tecnicamente di eseguire un live dj set. Questo ha sbandato il mercato “disturbando” un po’ il consolidarsi delle reali Djs e producers al femminile. Afine riesci a emergere, mettendo però in conto che la fatica è veramente il doppio del classico percorso dei colleghi maschi».

Hai suonato da Dubai, a Mosca al Cairo, Berlino…qualche aneddoto?

«Sono tanti anni ormai che suono all’estero, non solo in Europa o nei paesi dell’Est, ma anche negli Stati Uniti, Asia e da quest’anno arriverà il Sud America, mi ritengo molto fortunata, ogni volta è una nuova emozione. Potrei scrivere un libro di aneddoti e situazioni indimenticabili. Posso dirti che mi ritrovo addosso una grande eccitazione ogni volta che torno a suonare negli USA, come se fosse sempre la prima volta….. sarà il mito americano o il fascino di quelle metropoli così culturalmente e paesaggisticamente distanti rispetto alle nostre città».

Cosa vuol dire essere prodotti da un’etichetta importante e quali sono le novità di Evo-K?

«Essere prodotti da un’etichetta mondiale, da fine 2014 sono con la casa discografica americana Universal Records, la più grande e rinomata società di musica del mondo di proprietà dell'Universal Music Group, con la quale a gennaio abbiamo scalato le classifiche iTunes a livello lavorativo è la soddisfazione più grande che puoi avere, perché ti consolida come produttore musicale e ti fa capire che i tuoi studi, sforzi, sacrifici, ti hanno portato a un traguardo tangibile e gratificante. Poi indubbiamente avere un remix o un inedito planetario credo sarebbe un goal indescrivibile. Il mio “Destination Tour 2015” iniziato a febbraio dall’Africa mi porterà un po’ ovunque finalmente ci sarà qualche bella tappa italiana curata dal mitico Stefano Borroni. Venite a vedermi».













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