Calvino, il concerto «multisensoriale» è quasi da Guinness

Il compositore trentino racconta la sua creazione per il Muse «Una registrazione audio e un Dvd ne illustreranno le fasi»


di Katja Casagranda


TRENTO. “Music of the Muse”, l’evento musicale tenutosi il 15 marzo scorso incastonato nelle aree del Muse, potrebbe aspirare a diventare un evento da Guinness dei primati. La sinfonia del poliedrico compositore trentino Giuseppe Calvino può essere infatti considerata il primo esempio di composizione multisensoriale totale, coinvolgendo tutti i 5 sensi.

«La composizione - racconta Calvino - è sottotitolata “Sinfonia multimediale e multisensoriale per grande ensemble di fiati, coro di montagna, chitarra elettrica e suoni elaborati elettronicamente” e mi piace pensare sia una pioneristica avventura musicale. Se esperienze fisiche e tattili sono già state usate con il film in 4D, la mia creazione ha coinvolto l’interazione con il pubblico, coinvolgendo i cinque sensi».

L’ispirazione di “Music of the Muse” risale all’inaugurazione del Muse, il luglio scorso, quando Calvino diresse la Banda di Levico Terme durante la lunga kermesse.

«Non appena entrai e vidi la particolare conformazione dell’edificio, con i piani che si affacciavano sull’interrato, ebbi l’intuizione di comporre una musica descrittiva di alcuni dei meravigliosi allestimenti presenti, utilizzando i piani per disporvi i musicisti».

Un entusiasmo condiviso dai vertici del Muse.

«L’organico con cui mettere in opera il mio progetto non poteva che far parte del patrimonio musicale trentino, una grande banda e un coro di montagna. Grazie alla Federazione dei corpi bandistici della provincia di Trento ho potuto mettere in campo la banda di rappresentanza della Federazione stessa».

Il lavoro è strutturato in cinque movimenti, ognuno dei quali può essere preso singolarmente e trovare collocazione fuori dal Muse: infatti richieste in tal senso stanno arrivando a Calvino.

«A breve verrà fatta una registrazione audio e Dvd che illustra le varie fasi. Simbiosi perfetta tra passato e futuro, fra tradizione e modernità, la sinfonia si divide in “Amazing Muse!” un'introduzione lenta, durante la quale la melodia del celebre Inno a S. Giovanni “Ut queant laxis” viene esposta in modo antifonale e armonizzata in due modalità fortemente contrastanti tra loro: sonorità “medievale” della sezione degli ottoni; la seconda, con accordi dissonanti e dal sapore jazzistico, di saxofoni e clarinetto. Segue una maestosa fanfara di ottoni e percussioni che descrive la possenza dell'edificio del Muse, e l’inno al Muse eseguito dal coro di montagna. Il tutto esaltato da essenze di profumo montano. “Battle of the dinosaurs” catapulta gli spettatori nella violenta lotta tra feroci dinosauri con suoni elaborati elettronicamente per i terrificanti versi di quelle creature. “Dna” è una descrizione musicale del Dna inteso come l'unione delle due note musicali “re” e “la” di cui D e A indicano le note in notazione anglosassone. Inizia con un Ron D & Au (Rondeau, Rondò) dallo stile sostanzialmente minimalista. Si passa poi a una una vorticosa e coinvolgente Batuca D - A. Al termine della Batucada, segue un canone polimetrico. “Interactivity”, con una musica composta estemporaneamente dal pubblico e dai musicisti attraverso una postazione multimediale su cui “scrivere” a caso la melodia da eseguire. Una piccola torcia distribuita all’ingresso ha permesso una corale scenografia visiva e il gusto è stato solleticato da una tipica “Zirèla” trentina. Il quinto e ultimo movimento è un'elegia dedicata a Madre Terra, una riflessione sulla distruzione del pianeta da parte dell’uomo, affidata al suono distorto di una chitarra elettrica, perfetto per esprimere la sensazione di rabbia che proviamo assistendo a ogni genere di atrocità».

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