CINEMA E DINTORNI 

Anche Delle Piane al Bolzano Festival 

Location dolomitica invece per “Tre Cime” del berlinese Jan Zabeil



BOLZANO. Mentre mancano poco meno di due mesi all’inizio della prossima edizione del festival, è confermata la presenza, in occasione della 32esima edizione del Bolzano Festival Bozen, già di una serie di pere decisamente interessanti con i rispettivi registi ad accompagnare i loro film o documentari in concorso a Bolzano. Tra questi spiccano anche diverse produzioni locali. Iniziando dai documentari, in concorso c’è “Die fünfte Himmelsrichtung”, del giovane regista sudtirolese Martin Prinoth; la storia parte dal 1 giugno 2009, quando un aereo passeggeri si schiantò nell'Oceano Atlantico: tra le 228 vittime c’ era anche Georg, il cugino del regista, che stava tornando dal Brasile, dove era andato a cercare la sua vera madre. Dalla nascita infatti era cresciuto in Val Gardena, in Alto Adige, con un altro fratello adottivo, Markus. Il film, realizzato grazie al sostegno di IDM Südtirol-Alto Adige, analizza l’ impatto che l’ adozione ha sulle vite dei due fratelli adottivi e sulla loro ricerca della propria identità.

Un secondo documentario in gara è “Mabacher - #ungebrochen” dell’austriaco Stefan Wolner, dove la figura centrale è Martin Habacher, oggi famoso consulente sui social e noto youtuber - che però, secondo una diagnosi alla nascita e poi una malattia, non avrebbe nemmeno potuto sopravvivere - viene narrata dal regista in un’appassionata testimonianza di come si possono oltrepassare i propri limiti fisici. Ancora in concorso, per il miglior film, “Drei Zinnen” (Tre cime) di Jan Zabeil, regista berlinese che ambienta nelle Alpi italiane un dramma famigliare a sfondo giallo, scaturito da quella che doveva essere una felice settimana di vacanza di una famiglia allargata. Il film, comprodotto dalla locale Miramonte Film di Andreas Pichler e Valerio B. Moser, con sostegno della IDM Alto Adige, ha aperto l’ultimo festival internazionale del cinema di Hof e vanta un cast internazionale. L’opera prima di Ilker Catak “Es war einmal indianerland” racconta le vicissitudini del diciassettenne Mauser che, tra drammi in casa e incontri di pugilato, deve combattere contro le premonizioni di un indiano e una tempesta di proporzioni bibliche che non vuole saperne di cessare.

L’Italia arriva in concorso con Sandro Baldoni e “La botta grossa”, un documentario che racconta dei 40mila sfollati vittime del terremoto che colpì Norcia il 30 ottobre 2016. La testimonianza inizia con Baldoni, traumatizzato davanti alle macerie della sua abitazione di Campi, frazione di Norcia colpita dal sisma, un terremoto che non ha lasciato morti ma che ha trasformato gli abitanti di molti piccoli centri umbri e marchigiani in senzatetto, spesso costretti ad una “transumanza obbligata”. Il regista sardo Cesare Furesi, con “Chi salverà le rose”, firma, in gara per il Premio al miglior film, una delicata storia d'amore fra due uomini anziani e un rapporto fragilissimo con la figlia di uno di loro: una famiglia arcobaleno ante litteram che si troverà ad appianare attriti e incomprensioni prima che sia troppo tardi. Nel cast Carlo Delle Piane, Caterina Murino, Lando Buzzanca, Antonio Careddu, Philippe Leroy. Questi sono i primi sei dei 16, tra film e documentari, in gara alla prossima edizione di BFFB, che saranno giudicati da due giurie internazionali, oltre al pubblico in sala, tra il 10 e il 15 aprile prossimi.















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