Un patto pubblico-privato per salvare i piccoli nidi 

Borgo, firmato l’accordo che permetterà di mettere in rete gli “asili conciliativi”  e mantenerli aperti spostando personale e servizi nei periodi di calo frequenze


di Marika Caumo


VALSUGANA E TESINO. Un protocollo d'intesa per la costituzione della "Filiera dei servizi conciliativi della Comunità Valsugana e Tesino". Un accordo pubblico-privato che permetterà di sostenere economicamente gli asili nido conciliativi non comunali, e in particolare quello di Cinte Tesino, anche durante i “picchi negativi” di frequenza, ma che contiene anche altre azioni a favore delle famiglie. Presentato ieri mattina nella sala rossa di Palazzo Ceschi a Borgo, è stato sottoscritto dalla Comunità di valle, dai Comuni di Bieno, Cinte, Pieve, Castello Tesino e dalla cooperativa Amica Scs di Pergine.

Di che si tratta? Di un “modello sperimentale” nel panorama dei servizi di conciliazione dei tempi di vita lavoro-famiglia attualmente promossi in provincia, che vede la compartecipazione dei Comuni nelle spese di gestione.

Ad illustrare i dettagli del protocollo, il presidente della coop Amica, Mario Fiori. «E' stato un percorso di due anni per trovare soluzioni diverse a quelle previste dalle normative di riferimento (per i nidi d'infanzia è stabilito un numero minimo di utenti pari a 20, ndr), che non rispondono a territori decentrati come il Tesino dove ci sono servizi a bassa frequenza in quanto l'andamento della natalità incide sulla loro continuità». Il nido conciliativo La Girandola di Cinte Tesino, attivato nel 2012 dalla Comunità e dai quattro paesi del Tesino, è gestito dalla coop Amica. Ora sono 13 i piccoli utenti (il picco massimo, 16 bambini, lo si è avuto nel 2017) che scenderanno a 6 con l'avvio del nuovo anno formativo, a settembre. Con il protocollo sono previste diverse azioni per ottimizzare le risorse impiegate nei vari nidi conciliativi (oltre a Cinte ci sono Telve con 8 bambini e Roncegno, quest'ultimo inaugurato qualche mese fa, con 12, sempre gestiti dalla coop Amica): dalla mobilità e flessibilità del personale, che si potrà spostare sui tre servizi in modo da rispondere alle variazioni di frequenza, alla possibilità di usare il servizio cucina-mensa delle strutture dove è attivo, al fine di gestire internamente i pasti anche in quelle dove non è economicamente sostenibile avere una figura preposta. Inoltre è previsto di estendere il servizio di supporto pedagogico anche alle famiglie dei territori dove insistono i servizi conciliativi. La parte principale riguarda però la compartecipazione dei quattro Comuni alle spese di gestione del nido di Cinte Tesino nei momenti di bassa frequenza: il costo annuo minimo presunto per la sua sostenibilità è di 85.050 euro data da un minimo di 1.050 ore-frequenza mensili (6,5 bambini a frequenza tempo pieno). Il costo del servizio prevede una quota di compartecipazione delle famiglie per una soglia minima del 60% (retta che può essere abbattuta attraverso i buoni di servizio) ed il rimanente diviso tra Ente Gestore Comuni. L'intervento di ogni Comune, che arriva fino ad un massimo del 20% del costo del servizio, è stabilito in base al numero di utenti residenti nel proprio territorio. Nel protocollo, che ha validità per due anni educativi (2017-18 e 2018-19) , è stabilito anche che la quota 2017 da versare è di 1.500 euro per Comune.

«Ci auguriamo sia valutato bene dalla popolazione», ha commentato il sindaco di Castello Tesino Ivan Boso con il collega di Bieno Luca Guerri che ha ricordato l'importanza di mantenere servizi affinché le famiglie continuino ad abitare in periferia.

Tra gli altri servizi citati nel documento, a cura della coop Amica, anche lo sportello counselling per famiglie attivo nella sede della Comunità di Valle e la strutturazione di un servizio di baby sitting (coperto da buoni di servizio) su tutto il territorio.

Soddisfatti il presidente della Comunità Attilio Pedenzini e la vice (e referente del Distretto famiglia) Giuliana Gilli, che hanno ricordato i vari servizi attualmente presenti a sostengo della fascia 0-3 anni e l'avvio del percorso per acquisire la certificazione Family Audit. Per Luciano Malfer, dirigente dell’Agenzia Provinciale per la Famiglia, «questo modello di responsabilità territoriale potrà venire replicato su altri territori e anche su altri servizi scolastici, per garantire la loro sostenibilità».















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