Tonadico commossa per l’addio a “El Nasa” 

Folla anche fuori della chiesa parrocchiale per il funerale di Gianandrea Zanin Don Da Prà: «Aveva il cuore aperto a tutti». Gli amici: «La tua risata ci mancherà»


di MariaCristina Bettega


TONADICO. Folla commossa dentro e fuori la chiesa parrocchiale di Tonadico, ieri pomeriggio, per dare l’ultimo saluto a Gianandrea Zanin che ha perso la vita sabato scorso scivolando in un dirupo nel bosco mentre cercava funghi. Gianandrea, ma per tutti quanti “El Nasa”, appellativo attribuitogli affettuosamente dai valligiani per la sua grande passione per l’elettronica, era molto conosciuto sia in Primiero che nella vicina valle del Vanoi.

La sua tragica scomparsa ha lasciato sgomenti non solo gli amati nipoti e il fratello Mariano ma anche le tante persone che a lui ed alla sua allegria erano affezionate. Capello di feltro in testa, occhiali da vista sempre appesi al collo e l’immancabile grembiule tirolese blu erano gli elementi distintivi di Gianandrea che aveva sempre una battuta ed un sorriso per tutti.

«Gianandrea è partito come era il suo solito fare - ha commentato don Giuseppe Da Prà durante l’omelia -, il Signore lo ha chiamato e noi possiamo essere certi che il nostro Gianandrea non è caduto nel vuoto, quello è stato solo fisico, lui è caduto nelle mani di Dio e questo non dobbiamo mai dimenticarcelo». Il sacerdote riferendosi anche ai terribili fatti di Genova ha commentato: «Il nostro cuore è un ponte fatto di amore e amicizia che gli altri attraversano e Gianandrea il ponte del suo cuore lo ha tenuto aperto perché in tanti lo potessero attraversare».

Gianandrea con la sua semplicità, la sua franchezza, il suo carattere, che all’inizio poteva sembrare un po’ burbero ma che facilmente si addolciva, è stato un cuore aperto ed ha trasformato il suo lavoro in un luogo di incontro con le persone. “El Nasa” aggiustava tutto, anche i microfoni della parrocchia che prima delle processioni smettevano di funzionare, ha ricordato sorridendo don Giuseppe insieme al sagrestano Federico. «C’è sempre un segreto degli altri da portare con noi e farlo nostro - ha concluso don Giuseppe -. Gianandrea aveva capacità di incontro e questo lo dimostrano le numerose persone che oggi sono venute qui a salutarlo».

“El Nasa” con la sua risata contagiosa, era diventato una vera “istituzione” tra la gente, tutti lo conoscevano, ora lascerà un vuoto non solo tra i suoi famigliari e amici ma anche tra gli ospiti della casa di riposo di Primiero che spesso andava a trovare portando loro buonumore e allegria. Anche il mondo del web ha voluto ricordare il mitico Gianandrea: «Ciao Gianandrea… la tua risata ci mancherà, ma sappiamo che da lassù, la tua antenna anche stavolta arriverà più lontano di tutte le altre… una nuova vita e nuova radio, ci parlerà di te».













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