«Sfogo razzista ma senza  alterco con la dottoressa» 

Borgo, il caso. Il direttore dell’ospedale parla delle offese rivolte da una paziente al medico del Pronto Soccorso di origini camerunensi: «Parole grevi, ma non rivolte direttamente»


Marika Caumo


Borgo. Insulti razzisti contro una dottoressa di colore. E’ accaduto lunedì mattina al Pronto Soccorso dell’Ospedale San Lorenzo. In uno degli ambulatori era presente una giovane dottoressa di medicina originaria del Camerun, operante da alcuni anni in Trentino. Una libera professionista non dipendente dell’azienda sanitaria che, in questo periodo estivo, copre le assenze per ferie dei colleghi.

I fatti

Ebbene una signora di mezza età, uscendo dagli ambulatori del Pronto Soccorso, si è “sfogata” lasciando interdetti e amareggiati gli utenti presenti in sala d’attesa. In particolare, stando a quanto riportato dai presenti, la stessa si diceva incredula e “inorridita” lamentando la presenza di «una negra in ambulatorio, nemmeno capace di parlare e scrivere in italiano».

I vertici dell’ospedale

Il direttore sanitario dell’ospedale, Pierantonio Scappini, che ha avuto modo di confrontarsi con la professionista, spiega che «non c’è stato nessun alterco diretto tra la dottoressa e la signora, tant’è che la stessa non sapeva nemmeno di quanto accaduto fuori, glielo ho riferito io». Lunedì è stata una giornata pesante, come del resto tutte in questo periodo in cui gli accessi al pronto soccorso aumentano. «Quelle parole sono state dette come reazione, uno sfogo greve. Alle volte i pazienti arrivano con un’aspettativa, magari di una visita, che non trova riscontro», prosegue Scappini, che condanna l’episodio, caso sporadico legato al comportamento di una persona. «La dottoressa è portatrice di un’esperienza da cui emerge che non sono rari episodi di persone che si sfogano sotto l’aspetto dell’epiteto razziale. Racconta anche con tristezza che quella sensazione nella sua carriera l’ha ricevuta in tante forme, anche attraverso dei colleghi. Esperienze che riguardano la maleducazione, la cattiveria e l’inciviltà di alcune persone», racconta il direttore sanitario. La dottoressa era presente anche ieri: «Ha preso servizio presto e ha avuto subito da fare con un incidente. Una persona educata e competente, come testimoniato anche dai pazienti che lunedì sono entrati dopo la signora», conclude.

L’assessora Segnana

Sulla questione è intervenuta l’assessore provinciale alla salute Stefania Segnana. «Rispetto e buona educazione sono le prime regole da osservare e far rispettare. A maggior ragione se stiamo ragionando di settori delicati come quello sanitario- ha precisato l’assessora-. Desidero ringraziare i medici che quotidianamente operano negli ospedali della provincia ed esprimere la mia personale solidarietà alla dottoressa. Non è la prima volta che i camici bianchi vengono aggrediti verbalmente o, peggio, fisicamente. In questo caso si sarebbero inoltre verificate affermazioni a sfondo razzista che come giunta provinciale respingiamo categoricamente. A tutti i medici dobbiamo garantire le condizioni per poter svolgere il proprio lavoro in sicurezza. Sono le sentinelle della nostra sanità e garantiscono il benessere dei trentini anche nei territori più lontani dal centro. Dobbiamo andarne orgogliosi».

Croce Rossa solidale

Solidarietà alla professionista è arrivata anche dalla Croce Rossa Italiana- Comitato di Trento, e sottoscritto anche dal Gruppo Bassa Valsugana, che ricorda come «da mesi Croce Rossa porta avanti in tutta Italia una campagna contro l’odio e la violenza riversata contro gli operatori sanitari che ricordiamo sono al servizio di tutti e ogni giorno curano e si prendono cura in ogni maniera di chiunque si presenti a chiedere loro aiuto mettendo a disposizione professionalità e umanità».













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