Scelta scolastica pensando alla Valsugana che verrà 

Concluso il progetto di Skopìa, start-up dell’Università di Trento, e Fondazione  Caritro che ha coinvolto due terze delle medie di Castel Ivano e Castello Tesino


di Marika Caumo


VALSUGANA. Il proprio futuro in valle nel 2035. Su questo tema si è concentrato il lavoro che ha visto collaborare l'Istituto Comprensivo Strigno e Tesino (capofila), l'istituto comprensivo Valle dei Laghi-Dro insieme a Skopìa srl, la start-up dell'Università di Trento che fornisce consulenze di intelligence strategica e analisi dei cambiamenti, impegnata tra l'altro nella formazione dei docenti e nell'introduzione di laboratori di futuro nelle classi della scuola secondaria di 1° e 2° grado. Un progetto che coinvolge scuola e territorio, frutto del bando della Fondazione Caritro "I miei futuri in valle- Visioning al 2035", che ha visto impegnati dallo scorso ottobre ad aprile le classi III C di Castel Ivano e III E di Castello Tesino guidate dall'insegnante Paola Morizzo e le III A e B di Cavedine con la docente Matilde Meazzi. Partner territoriali sono stati la Casearia Monti Trentini, la Comunità di Valle, Michela Moranduzzo del Camping Val Malene, Stefano Paternolli per la Scuola Sci Lagorai, Andrea Binioris della Cassa Rurale Valsugana e Tesino, l'azienda agricola Mara Torghele e, per la Valle dei Laghi, Essepi finestre e Vivaio Sommadossi. A seguire i ragazzi, i formatori di Skopìa Chiara Emanuelli, Rocco Scolozzi e Roberto Poli.

Un progetto che parte da un dato di fatto: oggi i ragazzi non sono abituati a immaginare e riflettere sul proprio futuro, tanto meno su quello del proprio territorio. Per contro, già a 13-14 anni devono prendere decisioni che avranno conseguenze per la loro vita, anche professionale. «Da studi e progetti pilota recenti emerge che, in genere, i ragazzi immaginano il proprio futuro in termini semplicisti e limitati dalle proprie esperienze e dal vissuto delle famiglie o dei coetanei. In aggiunta, la scuola tende a dividere la realtà per discipline e gestirla in termini lineari, studiandola per frammenti statici, divisi e poco comunicanti con i contesti di vita di tutti i giorni», spiega Chiara Emanuelli. A ciò si aggiunge il fatto che le valli trentine sono altamente a rischio di impoverimento del capitale sociale locale. Partendo da domande su come mantenere vive le valli in futuro e quali sono i futuri desiderati dai giovani e dalle comunità, gli studenti insieme a docenti e attori economici e non del territorio (a cui hanno posto interviste) hanno attuato una ricerca condivisa delle risposte. Non limitandosi ad un immagine statica del proprio futuro come riproduzione del momento attuale ma attuando il pensiero sistemico per riconoscere e comprendere i cambiamenti in atto e gli effetti delle proprie scelte al fine di immaginare condizioni e contesti di possibili e desiderabili futuri in valle al 2035. «L’ambizione del progetto è cominciare un percorso formativo nuovo in Italia, portando alunni e docenti a pensare in modo più critico, più operativo e dinamico il proprio futuro e quello della loro comunità», prosegue la Emanuelli. Ricordando come «il percorso ha permesso ai ragazzi di maturare una maggiore consapevolezza delle realtà professionali esistenti, uno sviluppo di abilità critiche e riflessive sulle relazioni causali che caratterizzano gli ambiti professionali in Valsugana e di ponderare la scelta scolastica dopo la terza media con una maggiore lungimiranza, riuscendo a proiettarsi più concretamente in un contesto socio-economico in continuo mutamento».

La presentazione del progetto è stata fatta nei giorni scorsi dagli stessi ragazzi a Cavedine e Scurelle mentre venerdì 13 saranno presenti ad Educa2018: appuntamento dalle 10 nell’aula magna di Iprase a Rovereto.















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