ospedale di borgo: le critiche di felicetti e ropelato 

«Sale operatorie a utilizzo ridotto» 

I due sindaci: «Dietro la ristrutturazione leggiamo indebolimento»


di Marika Caumo


BORGO. «Le sale operatorie dell'ospedale di Borgo sono attive quanto il Parlamento Italiano». Ruggero Felicetti e Fulvio Ropelato, sindaci di Ospedaletto e Scurelle, con realistico sarcasmo e altrettanta rabbia, lanciano il grido d'allarme. Nei giorni scorsi la lettera inviata dal Consiglio per la Salute all'assessore Zeni in cui si chiede un incontro a breve per avere chiarimenti e risposte sulle molte preoccupazioni per quanto sta avvenendo al San Lorenzo. Ora Felicetti e Ropelato si espongono contro i nuovi tagli. Da anni sono in prima linea sul fronte della sanità e non sono mancate da parte loro prese di posizione e accuse contro la Provincia e l'Azienda Sanitaria. La denuncia è sempre la stessa, da anni: il continuo, inesorabile, depotenziamento del San Lorenzo.

«Sotto la voce “Nuova ristrutturazione” si nasconde in modo anche poco velato, l’ulteriore progressivo indebolimento dei servizi offerti dall’Ospedale San Lorenzo di Borgo», sottolineano i due sindaci. A partire dalla metà di aprile, ovvero in questi giorni, è stata disposta un’altra riduzione dell’utilizzo delle due sale operatorie, che rimarranno disponibili solo i primi tre giorni della settimana. «Di conseguenza anche l’organico del reparto di chirurgia sarà ridotto, prevedendo dal venerdì alla domenica la presenza di un solo infermiere - spiegano i due primi cittadini-. Previsto anche il blocco nel fine settimana di ricoveri dei pazienti in chirurgia e ortopedia, con eventuali dirottamenti d’utenza su altri ospedali trentini. E non rimarrà indenne da conseguenze nemmeno l’operatività del pronto soccorso del nosocomio che non potrà in caso di bisogno ricoverare pazienti in chirurgia e ortopedia».

Per Felicetti e Ropelato è naturale che, a cascata, queste decisioni «assunte da chi non ci è dato a sapere, almeno a noi sindaci della valle», avranno altri effetti negativi, d’impoverimento dei servizi ospedalieri. Per questo «oltre a chi è il responsabile, ci si chiede come e quanto potrà rimanere funzionante e funzionale un ospedale con un solo reparto. Come si può pensare ad una formazione del personale medico interno ad una struttura “monca”- proseguono, e aggiungono -. Da parecchi anni inascoltati, siamo convinti che in questo settore la perdita di una struttura operativa, piuttosto che di un reparto, ma anche di un solo settore, inneschi quel processo di depauperamento senza fine, dell’intero servizio ospedaliero». Per i due sindaci queste disposizioni sono mortali per il futuro del S. Lorenzo. «Forse siamo ancora in tempo per non attuarle, sempre che qualcuno si degni di ascoltare le istanze che provengono dal territorio - concludono -. Assisteremo altrimenti alla sfrontatezza di chi nella prossima campagna elettorale scenderà in Bassa Valsugana a rassicurarci, non si sa come, sul futuro del nostro ospedale di valle».













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