Matteo Chincarini lascia la guida del Palio dela Brenta 

La manifestazione di Borgo. Dopo sei anni, il direttore artistico passa la mano per ragioni legate alla propria attività professionale: «Nessuna critica o polemica, è solo un arrivederci»


Marika Caumo


Borgo. Dopo 6 anni di successi, Matteo Chincarini lascia la direzione del Palio dela Brenta. A comunicarlo è lo stesso direttore artistico, che in una nota informa di aver rinunciato al ruolo nella manifestazione che lo scorso agosto ha compiuto 35 anni. Un compleanno festeggiato in grande stile: oltre ai concerti, la cena rinascimentale, la mostra, il grande spettacolo di apertura e le tradizionali sfide tra Farinoti e Semoloti, quest’anno è stato proiettato anche l’applauditissimo documentario “La Brenta Gualiva” sulla storia del Palio, realizzato dallo stesso Chincarini per la regia di Emilio Marzaroli.

«La scelta, ponderata e ragionata da circa un anno, arriva dopo un’attenta valutazione – spiega Chincarini - Il Palio dela Brenta è una manifestazione che mi tiene legato a Borgo, e vista l'evoluzione stilistica degli ultimi anni, comporta da parte mia un grandissimo lavoro creativo e organizzativo che necessita di sforzo inventivo e di tempo». Due i motivi della scelta. Da un lato quello professionale: attore, regista, autore, conduttore, esperto d'arte e cultura sempre in giro per l’Europa, a breve sarà impegnato in un percorso formativo che gli impedirà di dedicare il tempo necessario alla prossima edizione del Palio, per la cui ideazione il lavoro del direttore artistico inizia già in questi mesi. La seconda motivazione è etico/stilistica: «Dopo sei anni di conduzione ho bisogno di vedere la manifestazione con un occhio esterno e critico per potermi poi immedesimare e capire cosa migliorare e sistemare affinché cresca ulteriormente», precisa.

Il bilancio dell’esperienza è positivo: «Sono davvero soddisfatto di queste edizioni che ho avuto il piacere di condurre e dirigere e sono fortunato di potermi fermare dopo un’edizione straordinaria come quella appena passata- conclude- La mia decisione, ci tengo a sottolinearlo, è stata discussa con il direttivo del Palio, con il quale siamo in sintonia e in buoni rapporti, senza alcuna critica o polemica. Il mio non vuole e non può essere un addio, ma un arrivederci perché chi nasce con il Palio non può di certo lasciarlo, nonostante le distanze».

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