«La guardia medica serve ci sentiamo presi in giro» 

Pieve , più di 150 dimostranti hanno dato sostegno alla battaglia del Comitato Valsugana e Tesino per protestare «contro la perdita di altri servizi essenziali» 


di Fabio Franceschini


TESINO. Erano in più di 150 i dimostranti che grazie all’iniziativa del Comitato Valsugana e Tesino si sono radunati ieri a Pieve per manifestare a favore del ripristino della guardia medica. «Una soppressione avvenuta un anno e mezzo fa e che si aggiunge alla perdita progressiva di altri servizi essenziali - fa sapere Martina Loss, segretario della Lega Nord sezione Tesino e Bieno - il nostro obiettivo è, infatti, quello di mandare un segnale forte da parte di questa comunità che, al pari delle altre, ha il diritto di ricevere quei servizi fondamentali che consentano di mantenere il presidio del territorio, presupposto indispensabile per sostenere il nostro Trentino». È dal 1° novembre del 2016, infatti, che il servizio di continuità assistenziale nella sede di Pieve è stato cancellato lasciando di fatto sguarnita l’intera Conca, con conseguenti disagi soprattutto per la popolazione più anziana. Un malumore quello serpeggiante in Tesino che affonda le proprie radici non solo nelle problematiche nascenti dalla chiusura del servizio, ma anche nell’aver dovuto prendere atto di una scelta calata dall’alto senza che sia stata concessa ai cittadini la possibilità di confrontarsi con le autorità competenti.

Presenti alla manifestazione, oltre al il sindaco di Borgo Fabio Dalledonne e al vicesindaco di Bieno Michele Dellamaria, i primi cittadini del Tesino, i quali hanno voluto sottolineare tutto il loro disappunto per la palese mancanza di dialogo con e istituzioni. «Ci sentiamo presi in giro - sentenzia in maniera provocatoria il sindaco di Castello Ivan Boso - evidentemente dovremo aspettare le elezioni di ottobre per mettere la famigerata crocetta al posto giusto». Solidali con le rimostranze degli amministratori dell’Altopiano anche il deputato Maurizio Fugatti: «Dietro al problema della scelta operata dalla Provincia c’è una questione ideologica di rapporti tra il centro e le periferie, zone del territorio sempre più abbandonate a loro stesse e mai ascoltate. Se vogliamo che le montagne rimangano popolate - prosegue Fugatti - determinati servizi, come quello della guardia medica, devono essere mantenuti». Un problema che il consigliere provinciale Walter Kaswalder giudica risolvibile solo con un cambio di maggioranza al vertice: «Il prossimo autunno avremo finalmente la possibilità di votare persone che trasmettono fiducia e che soprattutto siano più attente alle esigenze delle comunità montane».

Tra i manifestanti più attivi Roberto Matini di Pieve Tesino, che auspica la possibilità di far sentire la voce della Conca anche in occasione delle prossime riunioni della giunta provinciale: «Manifestare non solamente in Tesino, è la via migliore per cercare di farci ascoltare». Dello stesso avviso anche Franco Sordo di Castello: «Noi cittadini ci sentiamo delusi ed oltraggiati dall’amministrazione provinciale, infatti, non può essere solamente una questione economica il motivo per cui la nostra comunità è costretta a rimanere senza guardia medica». «Nel bilancio della Provincia, infatti, i 200 mila euro necessari per ripristinare il sevizio ci sono - garantisce il consigliere provinciale 5 Stelle Filippo Degasperi - ed è quindi difficilmente comprensibile come si possa essere arrivati a questa situazione se non per ragioni prettamente politiche».

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