Borgo, il sindaco Dalledonne s’è dimesso 

«Mi candido alle provinciali con Civica Trentina». Fino alle elezioni di maggio il Comune sarà retto dal vice Enrico Galvan


di Marika Caumo


BORGO. Fabio Dalledonne ieri mattina si è dimesso. Dopo 9 anni e mezzo da sindaco e altrettanti all'opposizione lascia il Comune di Borgo. Lo attende un mese di campagna elettorale in vista delle elezioni provinciali, dove si candida con Civica Trentina al fianco di Rodolfo Borga. Nel frattempo da oggi torna al suo lavoro, come primo maresciallo dell'aeronautica militare. Ufficio personale.

«Mi pare di essere all'ultimo giorno di scuola. Rimetterò la divisa, che mi va ancora bene. Manco da 10 anni, sarà tutto nuovo», spiega. E' sereno, Dalledonne. Attorno a lui la giunta al completo, con Enrico Galvan che da mezzogiorno di ieri è il sindaco reggente di Borgo. Traghetterà il paese a nuove elezioni (che probabilmente si terranno la seconda domenica di maggio) e, con il sostegno dei due gruppi "Borgo, Olle Bene Comune" e "Borgo Domani", si candiderà a guidarlo.

«E' dallo scorso ottobre che è uscita la notizia, i borghesani sono preparati e ciò è un bene. La nomina di Enrico è un investimento per il futuro. Ci hanno dato dei massoni, ma gli accordi nei gruppi si fanno, lo fanno tutti. Senza la mia maggioranza che mi ha sostenuto, forse mi sarei dimesso- spiega -. E' dal 2008 che lavoriamo ininterrottamente per il paese: nessun sotterfugio, anzi un eccesso di trasparenza che ad alcuni da fastidio. Dove è il male che qualcuno ha visto? La prossima primavera ci sarà spazio per tutti, e noi ci saremo».

«Oggi presento le dimissioni, rientro al mio lavoro e dal 20 sarò in licenza per un mese, per la campagna elettorale. Qua ho passato 9 anni e mezzo, quasi due mandati - racconta -. Come ho avuto modo di scrivere stamattina in una mail di ringraziamento inviata a tutti i dipendenti comunali ed ai consiglieri, questa è stata un'esperienza di vita: formalmente, nei contenuti, nell'apprendimento di materie molto complesse».

Dalledonne ricorda come i sindaci vanno e vengono, la struttura, i dipendenti rimangono. Lui è stato un sindaco a tempo pieno, dedicando molte ore al Comune. «Ho chiesto tempo ai miei assessori e mi rendo conto che spesso non è facile, ognuno ha il proprio lavoro; siamo dilettanti che si impegnano molto, non professionisti», prosegue, ricordando che tante cose sono state fatte nonostante i tempi difficili per chi amministra, alle prese con il calo di risorse e la sempre maggior burocrazia. Ripensando a questi ultimi anni, Dalledonne ricorda alcune opere realizzate, dal via ai lavori delle piazze agli interventi antisismici alle scuole medie, la rotatoria in via Temanza, l'impegno sulle energie rinnovabili. «Ma la cosa più importante è la gestione della quotidianità, lo standard di servizi che abbiamo cercato di garantire al meglio delle nostre possibilità. Quando ti dicono "grazie" perché vedono che ti sei ricordato di fare gli asfalti, di sistemare quelle determinate luci o di far aiutare quella persona. E' stato un periodo molto impegnativo, fare l'amministratore è una scelta di vita, ci si mette a disposizione della comunità. Pagati certo, ma posso dire di essere stato un onesto lavoratore».

Il maggior rammarico? «Volevo veder iniziare i lavori alle scuole elementari. I tempi sono stati esagerati, siamo partiti con già i soldi nel cassetto nel 2010. Siamo in mano alla commissione provinciale che sta esaminando le offerte arrivate e poi assegnerà l'appalto». E la maggior soddisfazione? «Il fatto che la gente mi riconosca di essere stato un sindaco presente, nel bene e nel male, ma sempre a servizio con i cittadini. Ho un buon rapporto con loro, per strada ho sempre salutato tutti. Si poteva fare di più? Certo. Ma ho anche una famiglia e due figli che in questi dieci anni sono diventati maggiorenni e mi sono perso medie e superiori». E qui la voce si incrina.

Si chiude un capitolo, se ne apre un altro: la corsa in Provincia. «Mi candido con Civica Trentina, sono uno dei fondatori. Fare il sindaco certo mi ha dato visibilità e responsabilità. Espone anche a critiche, ma da pure molte soddisfazioni. La mia candidatura è il completamento di un percorso che nasce nel 2000, equamente diviso tra opposizione e sindaco. Dopo 18 anni di esperienza e 50 di età, ho ritenuto che era giusto provarci. E' un'ambizione personale, sarei ipocrita altrimenti, ma penso che l'esperienza maturata da sindaco possa avere peso in sede legislativa non solo in campo economico ma anche sociale».

E se non dovesse andare bene? «Non nego che delusione e mal di stomaco sarebbero forti, ma mi passano in fretta. Sono sereno. Poi chiaro, non riesco a star fermo, la politica mi piace. Se non eletto rimarrò consigliere di Comunità e, se sarà necessario, mi metterò a disposizione della squadra, candidando, portando le borracce ad Enrico». Galvan, che entro la settimana comunicherà il rimpasto di giunta.













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