Visitano la casa all’asta e lo trovano morto da mesi 

Il fatto è accaduto a Valli del Pasubio, in provincia di Vicenza, al di là del passo  Walter Dal Zotto, 42 anni, era in avanzato stato di decomposizione sul divano



VALLI DEL PASUBIO. Volevano visitare la casa finita all'asta, ma hanno trovato il proprietario morto sul divano. È successo a Valli del Pasubio, appena al di là del passo Pian delle Fugazze, sul lato opposto di Vallarsa. L'episodio è stato riportato dal Giornale di Vicenza, e ieri in poco tempo è diventato caso nazionale. I vicini di contrada Molin Maso a Valli del Pasubio - riferisce il Giornale di Vicenza - non vedevano Walter Dal Zotto, 42 anni, dallo scorso novembre e, considerato che il suo cadavere è stato rinvenuto in avanzato stato di decomposizione quasi mummificato, è probabile che avesse perso la vita proprio cinque mesi fa a causa di un malore. Lo hanno trovato mercoledì scorso, dopo le 14. Nonostante la casa sia aperta ed arieggiata, l'odore di decomposizione era ancora percepibile, anche un giorno dopo la rimozione del cadavere. Dal Zotto era conosciuto a Valli; e ovviamente ancora di più nella minuscola contrada dove l'uomo risiedeva da ormai 15 anni. Valli del Pasubio è composta da tante piccole contrade, e quella dove è avvenuto il fatto è composta da appena cinque case. Zal Zotto non aveva un lavoro fisso; viveva di lavoretti, che sovente i conoscenti gli affidavano. L'uomo viene descritto come persona schiva e riservata, e non dava confidenza praticamente a nessuno, nemmeno a chi lo conosceva da decenni e si era ulteriormente chiuso dopo la morte dell'anziana madre, avvenuta lo scorso settembre. Al massimo veniva ospitato dai conoscenti per pranzo o per cena, ma era altrimenti difficile parlarci. Il Giornale di Vicenza ha interpellato i vicini sulla sua assenza, che aveva sì preoccupato, ma relativamente, perché effettivamente Dal Zotto spariva per lunghi periodi. «Sì che ci siamo preoccupati - hanno riferito Annalisa Cumerlato e Annalisa Sberze, vicine di casa - ma lui era fatto così. Capitava spesso di non vederlo per mesi. Faceva riserva di cibo e non si faceva più vedere. "Vado in letargo", diceva. Abbiamo provato ad aiutarlo, ma la sua diffidenza non ci permetteva di andare oltre e quello che più rammarica è che non siamo riusciti a stagli più vicino. Si muoveva con l'automobile, fino a qualche mese fa, poi aveva smesso e si spostava solo a piedi». Si recava sulla montagna sopra Schio, il Tretto: sette ore tra andata e ritorno.

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