Precipita dal quarto piano Illesa una bimba di tre anni 

L’incidente in piazza Cal di Ponte. La madre era scesa in strada quando ha visto volare la piccola dalla finestra. Trasportata d’urgenza al Santa Chiara, ha riportato solo qualche graffio  


GIULIANO LOTT


MORI. “Salva per miracolo” è una formula che si può usare senza dubbio per la piccola di tre anni che venerdì sera è precipitata dal quarto piano di un’abitazione in piazza Cal di Ponte. Ricoverata d’urgenza all’ospedale Santa Chiara di Trento, sta bene. Se l’è cavata con qualche escoriazione di poco conto, e anche gli esami a cui è stata sottoposta hanno tranquillizzato la madre, agitatissima per quello che aveva visto accadere sotto i propri occhi.

La donna, di origine marocchina, abita al quarto piano di un condominio affittato dal proprietario al Cinformi, che vi alloggia alcune ragazze madri straniere. Attorno alle 21.30 era scesa per andare incontro a dei conoscenti lasciando incustodita per il momento la bambina. Lì, in strada, ha visto il corpicino della figlia volare dalla finestra di casa e finire a terra con un tonfo sordo. Attonita, ha chiamato i soccorsi che sono accorsi in pochi minuti, con un’ambulanza e l’auto medica. Data la dinamica importante - secondo un rapido calcolo, la piccola sarebbe caduta da un’altezza di almeno dieci metri - è stata trasportata con la massima urgenza all’ospedale di Trento, dove è stata sottoposta a una lunga serie di verifiche diagnostiche tra cui la Tac, che non ha rilevato lesioni interne. Per precauzione, la bimba è stata comunque trattenuta per tutta la notte in ospedale, nel reparto di osservazione del pronto soccorso, e ieri è apparsa in buona forma, se si eccettua qualche superficiale graffio.

Dinamica da chiarire

Se non è ancora chiaro come tutto ciò sia accaduto l’altra sera a Mori, non lo è nemmeno se sia accaduto. Vista la dinamica dichiarata dalla madre stessa, gli operatori del pronto soccorso hanno allertato i carabinieri, che hanno inviato sul posto una pattuglia per i rilievi del caso. I militari hanno preso visione dell’appartamento e hanno ascoltato il racconto della donna, che ha confermato la prima versione. L’incredulità dei carabinieri risiede nell’incongruità della cartella clinica con il racconto della madre. In altre parole, qualche graffio pare incompatibile con gli effetti di una caduta dal quarto piano di una casa, ed è per questo che i fatti verranno analizzati con calma nel corso di prossimi giorni.

In linea di principio, non si può escludere che il racconto della donna sia genuino, e che la piccola abbia goduto di una incredibile assistenza della dea bendata. Per il momento c’è da rallegrarsi per la buonasorte della bimba e della sua mamma, ma l’intenzione dei carabinieri è verificare che la dinamica descritta sia quella autentica, prima di archiviarla tra le tragedie sfiorate. I precedenti non sono favorevoli, le cronache sono zeppe purtroppo di tragiche cadute costate la vita a bambini in tenera età, ma c’è anche una casistica diversa, quella dei sopravvissuti. Come il bimbo di due anni di Spormaggiore che ormai una quindicina d’anni fa cadde dal secondo piano, dopo essersi arrampicato grazie a una sedia sulla finestra di casa, finendo sul selciato, ma illeso. Con tutta probabilità aveva scaricato il peso atterrando sul sedere, evitando lesioni gravi. I sanitari che lo visitarono non credevano ai propri occhi, più o meno come i carabinieri chiamati a verificare la dinamica dell’incidente.













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