Nomi, gran presepe dei migranti 

Verrà allestito dalla Caritas nell’ex granaio e occuperà 40 metri quadri. «Ma il bello è stato lavorarci»


di Michele Stinghen


ROVERETO . Con quaranta metri quadrati di superficie, concorrerà ad essere il presepe più grande del Trentino per il prossimo Natale. Ma non è questa la cosa più importante da raccontare del presepe in costruzione al centro pastorale di Lizzana e che verrà esposto a Nomi. E nemmeno il fatto che sarà tutto costruito a mano, con personaggi alti 40 centimetri ricavati grazie alla riproduzione in stampi di statuine napoletane. No, neanche la scenografia originale, che permetterà ai visitatori letteralmente di entrare nel presepe. La cosa più importante da raccontare è che sta venendo costruito da una cinquantina di persone, gruppo costituito da 14 volontari della Caritas, quattro persone con diverse fragilità e una trentina di giovani richiedenti asilo, ospitati a Marco e in altre località trentine. Ognuno ci ha messo del suo: dalla cucitura dei vestiti delle statuine al taglio del polistirolo per gli edifici, dalle idee di scenografia alla coloritura, fino al taglio del legno per gli allestimenti. Tutti, anche i giovani provenienti dall'Africa che sono musulmani praticanti. Questa particolare esperienza proposta dalla Caritas è al quarto anno; partita come sperimentazione, è cresciuta, e dopo i primi due anni di ospitalità all'interno del mercatino di Rovereto, ha trovato le braccia aperte a Nomi (dove i presepi sono una tradizione) e in particolare quelle della Pro Loco. Nell'ex granaio ristrutturato c'è spazio, e così i progetti si sono ingranditi. L'anno scorso il presepe costruito con i migranti era di 10 metri quadrati, ma quello nuovo sarà quattro volte tanto. I volontari hanno iniziato a lavorare a febbraio, il centro pastorale di Lizzana è diventato la loro sede, dove tutti i giorni della settimana ci si dava appuntamento per pensare e costruire assieme. Ma non solo. «Il bello è la collaborazione, stare assieme - spiega Manuela Zeni, che fa da coordinatrice della costruzione - fare il presepe è una cosa accessoria. Alle 10 ci fermiamo, per conoscerci meglio, raccontarci, condividere esperienze, questa è la cosa importante». Non è che non si lavori: non si contano i chili di colla usati, i metri quadrati di polistirolo impiegati. Ci saranno ottanta personaggi, ciascuno dei quali richiede 15 ore di lavoro. Dettagli, particolari e richiami necessiteranno più di una visita per essere apprezzati; ma ci sarà tempo (il presepe sarà inaugurato il 2 dicembre, i lavori fervono). «Abbiamo una grande sintonia col paese di Nomi, il presepe richiama il messaggio del Natale e il lavoro che c'è dietro sarà il suo valore aggiunto», dice Roberto Ferrari, della Caritas roveretana. Alcuni dei migranti coinvolti nella costruzione avranno occasione di partecipare al Natale e raccontare le loro storie. «Niente mercatini commerciali: l'unico mercatino che avremo in paese sarà quello della solidarietà», sottolinea Oscar Perghem della Pro Loco di Nomi. La proposta del paese della Destra Adige ha il sostegno dell'Apt, che lo promuoverà come una delle tappe di punta dei natali lagarini.

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