MORI. Nuova “pazzia” per il moriano Marco Maraner: il trentanovenne cicloamatore, che quando smonta dal sellino fa l’ingegnere civile (oltre che il marito e il padre di due bimbi), ha portato a termine il proprio terzo “Everesting”, stavolta sul Passo Giau. Come avevamo spiegato in un recente articolo, si tratta di rifare varie volte consecutive la stessa salita, fino a superare gli 8.848 metri di dislivello positivo, ossia fino a scalare virtualmente l’Everest, documentando il tutto con un gps per garantirsi l’ingresso nell’albo d’oro internazionale. Dopo aver percorso per nove volte l’anno scorso l’ascesa del Velo (9.540 metri di dislivello e 236 chilometri in 18 ore), nelle scorse settimane Maraner si è misurato con la vecchia Nago, sciroppandosi per ben 64 volte la salita da Torbole a Nago (dislivello 8.963 metri, distanza 207 chilometri), compiendo l’impresa in 14 ore di pedalate. Ora ha fatto tris, al cospetto della vetta bellunese. «Io – ha scritto Maraner sulla propria pagina Facebook – avevo un sogno: l’Everesting del Passo Giau. Il sogno è diventato realtà! Se ho iniziato ad andare in bici da corsa è grazie al Giau. L’everesting glielo dovevo… e grazie Giau per avermi permesso di farlo».

Il cicloamatore è salito per dieci volte dal versante di Selva di Cadore, per oltre novemila metri di dislivello, 198.38 chilometri coperti, 14 ore e dieci minuti di effettiva pedalata (su circa 18 ore complessivamente sul campo), velocità media di 14 all'ora e un consumo di 7.778 chilocalorie. Dopo un inizio all’insegna del maltempo, poi è andata bene: la pioggia forte è arrivata solo dopo aver caricato la bici in macchina per il ritorno assieme ai familiari che ne hanno pazientemente seguito le gesta. Adesso basta Everesting (in teoria): «Ora ho chiuso per promessa. Promessa – aggiunge scherzosamente Maraner – che in caso di divorzio decadrà». (m.cass.)