Loppio, la pioggia riempie il lago dopo oltre 50 anni 

Il fenomeno temporaneo. Era accaduto anche nell’inverno 2010/11, ma l’innalzamento della falda acquifera fu un disastro per la vicina Nago, che si trova alla stessa altitudine


ALDO CADILI


Mori. Le abbondanti piogge delle ultime settimane hanno compiuto il “miracolo” del periodico “ritorno alle origini” del lago di Loppio, ossia l’alveo si è riempito d’acqua dopo il prosciugamento avvenuto una cinquantina d’anni fa con la realizzazione, nel 1956, della sottostante galleria Adige-Garda.

Il ritorno del lago

Il livello non ha ancora raggiunto l’altezza storica dei quattro metri, ma è in costante aumento con l’auspicio che l’innalzamento non risulti eccessivo con conseguenti danni in quel di Nago, già accaduto in passato, il cui territorio si trova alla stessa altitudine. Era l’autunno e l’inverno 2010/2011 per le notevoli precipitazioni la falda acquifera di quello che fu il lago s’innalzò notevolmente e nella piana naghese allagò cantine, garage, campagne e poi defluiva nella roggia Molin e da lì nella sottostante zona torbolana. Particolare curioso, l’acqua ritornò a sgorgare nel secolare lavatoio pubblico nell’avvolto di palazzo Sighele, nella centrale via omonima.

L’Adige-Garda e il biotopo

Con lo sprofondamento delle acque freatiche durante i lavori della galleria Adige-Garda l’ambiente lacustre si è trasformato in una palude. Nel 1987 vi è stata la istituzione del biotopo, uno dei più ampi del Trentino con una superficie attorno ai 600 mila metri quadri (è lungo 1,87 chilometri e largo 0,480). La scelta non ebbe consensi unanimi in quanto vi era la proposta di valorizzarlo come bellezza turistica. Tra l’altro, il lago di Loppio è un importante sito archeologico, in particolare, l’isola di Sant’Andrea, situata sul confine catastale dei Comuni di Mori e Nago-Torbole, che . Nel contempo gli uffici provinciali avevano redatto un progetto per il rinvaso del lago di Loppio in quantità ridotte rispetto a quella originale (altezza dell’acqua di due metri, con una superficie lacustre di 450 mila metri quadri rispetto ai 600 mila del passato). La realizzazione avvenne, ma dopo alcuni anni, si verificò un altro prosciugamento ed il ritorno allo stato di palude.

“Errori nel rinvaso”

Nel marzo 2010 l’allora consigliere provinciale Claudio Civettini, assieme ad altri cinque colleghi, presentò un’interrogazione in Provincia rammentando che da notizie fondate fornite dall’associazione culturale “Amanti della natura per il ripristino del lago di Loppio” l’elaborato per il rinvaso evidenziasse degli errori. Civettini scriveva: “il volume dell’acqua che si perde dal fondo del lago per filtrazione e dalle rive, è pari ad almeno 7.347.000 metri quadri invece che 14.964 previsti dal progetto della Pro e quindi ben 500 volte in più”.

Inoltre la valutazione progettuale indicava in 20/25 litri al secondo la quantità necessaria per compensare le filtrazioni, mentre il valore quantitativo perso, nella realtà, sarebbe addirittura superiore 15 volte il valore presunto.















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