La bomba su Sant’Ilario diventa un documentario 

Sganciata dagli americani durante la seconda Guerra mondiale provocò 18 morti Partendo dalla testimonianza di Rosi, Panizza è andato a scavare negli archivi  



ROVERETO . La bomba americana caduta su Sant'Ilario durante la Seconda guerra mondiale, per ragioni in parte rimaste oscure per anni, diventa un documentario. "Come uccelli d'argento", girato da Federico Maraner sulla base delle indagini di Maurizio Panizza, verrà presentato domani alle 20.30 in sala Filarmonica. Le bombe cadute il 13 settembre 1944 in campagna a Sant'Ilario fecero 18 morti, e per anni ci si chiede perché gli americani le avessero fatte cadere proprio lì, quando si sapeva che gli obiettivi erano invece le vie di comunicazione, ponti e ferrovia. Partendo dalla testimonianza di Valentino Rosi, un suo compaesano (Panizza è di Volano), l'autore della ricerca cominciò a scavare negli archivi. Grazie ad un'associazione di Rimini dedicata all'aviazione storica, emerge un rapporto dei militari americani, dove si legge che quel giorno un aereo, "Red-P", si stacca dalla flotta e libera, attorno a mezzogiorno, la stiva, dove si erano incastrate delle bombe, inizialmente destinate alla ferrovia all'altezza di Lavis. Con ulteriori ricerche, Panizza arriva alla verità: si trattò di un inceppamento degli ordini nella stiva dell'aereo, sulla via del ritorno l'equipaggio fu costretto a disfarsi delle bombe rimaste nella stiva per un ingranaggio bloccato. Capitava: fu così che persero la vita però 18 contadini. Anche questo causa una guerra. Grazie alla pubblicazione della ricerca, Panizza fu prima contattato da Federico Maraner, regista, che proposte il documentario. Arrivarono però altre sorprese: uno, due, tre nuovi testimoni. Che saranno presenti alla "prima" del documentario. Si tratta, oltre di Valentino Rosi, di Norma Cescotti, Ezio Marsilli, Arnaldo Masera. Cescotti fu una sopravvissuta: da ragazza si trovava a Sant'Ilario, venne sbalzata via dallo scoppio e gettata contro un muretto, che di fatto le salvò la vita. «É un caso se mi sono salvata; di quell'episodio non si parlò più». Marsilli vide le bombe dal salumifici della sua famiglia a Porte. «Lo stabilimento era requisito dai tedeschi e ci avvisavano in anticipo dei bombardamenti. Vidi gli aerei spuntare dalle montagne a nord, uno di loro si spostò e si abbassò, e vidi 5 o 6 bombe cadere ed esplodere a Sant'Ilario - racconta Marsilli - mi affrettai in bicicletta e giunsi sul posto. Dove vidi uno scempio, corpi dilaniati e piante divelte. I funerali furono molto partecipati, anche se a quell'epoca ogni giorno ce n'era una...» La serata di giovedì sarà presentata dalla giornalista Linda Stroppa; parteciperà Luigi Sardi, giornalista; saranno presenti i testimoni. Il documentario dura mezz'ora, sostenuto anche dalla Sav (diverse vittime erano dipendenti della coop) con il patrocinio di Comune e Comunità della Vallagarina, che sta pensando di proporre il video alle scuole. (m.s.)

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