folgaria 

Incendio al rifugio Camini, assolti Schir e Bais 

Per il giudice non c’era la concreta possibilità che il fuoco si propagasse oltre la struttura



FOLGARIA. Dal punto di vista economico, il danno è stato risarcito. E questo ha reso tutto più semplice. Ieri il giudice Ancona ha affrontato il caso dell’incendio che il 31 gennaio 1017 ha raso al suolo il rifugio “Camini”, a Folgaria, dal punto di vista penale. Con Adriano Schir e Cristian Bais accusati di incendio doloso. La loro colpa sarebbe consistita nel montare e collegare la nuova caldaia non a regola d’arte. Errori o leggerezze che hanno portato quella notte, quando ormai tutti avevano lasciato il rifugio, all’innesco dalla canna fumaria del rogo che ha devastato il rifugio. Realizzato nel 1967 e per la gran parte in legno, il fuoco partito dal tetto non ha lasciato in piedi che moncherini di muro.

Schir e Bais sono stati assolti. Il reato di incendio punisce il pericolo creato non al bene incendiato, ma alla pubblica sicurezza. In altre parole, la possibilità (anche non realizzatasi) che dal rogo derivi un disastro. Nel caso concreto, un pericolo di estensione del fuoco oltre il rifugio in realtà non c’è stato. Si trova a metà di una costa prativa, in quel periodo gelata e coperta di neve, lontano da boschi e altre costruzioni. Le fiamme non potevano che rimanere confinate, come è successo, al rifugio. (l.m.)













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