«Il Comune nega la musica e noi non lavoriamo più» 

La protesta di Mery Modena che gestisce la casa sociale di Tierno di Mori: «Il divieto anche ad una festa solidale. Il sindaco dica se vuole solo case di riposo»


di Giancarlo Rudari


MORI. La questione è sempre la stessa e si ripropone con maggior vigore durante il periodo estivo: possono convivere la musica dei locali pubblici con i residenti che vogliono pace e tranquillità (anche alle 4 del pomeriggio...)? Succede dappertutto e questa volta a sollevare il caso (e a chiedere spiegazioni al sindaco) è Mery Modena, titolare della casa sociale di Tierno di Mori: «Il Comune ci nega la possibilità di fare musica anche in occasione di una festa solidale, come la serata brasiliana in programma sabato. E il bello è che per il sindaco non ci sarebbero stati problemi a rilasciare l’autorizzazione, ma quando siamo arrivati negli uffici comunali con le marche da bollo ci è stato detto che no, niente musica... Ma che si dica una volta per tutte cosa si vuole fare di questi paese: vogliamo che questa resti una casa sociale o si vuole trasformare in una casa di riposo? Dal sindaco vogliamo chiarezza...».

Con il sindaco e con alcuni residenti nelle vicinanze della casa sociale, Modena si era incontrata dopo una raccolta di firme (una ventina) contro la musica e i rumori. «Con la mia gestione la struttura è cambiata anche per quanto riguarda la clientela. Abbiamo tolto le slot machine, abbiamo dato un’altra impostazione puntando sulle feste per le famiglie con animazione per i bambini e per gli anziani. E sa di cosa si sono lamentati? Della musica del pomeriggio... tanto che i vigili sono venuti a farci spegnere la radio alle 16... incredibile. Mi chiedo cosa significhi casa sociale... o casa di riposo» chiosa Mery Modena. Un successivo incontro sembrava aver tranquillizzato i gestori della casa sociale anche in vista della serata brasiliana di sabato con cena a tema di beneficenza a favore dell’Associazione trentina Meninos de rua ma... «dopo che il sindaco ci aveva rassicurato sulla deroga al rumore utilizzando la radio e non musica dal vivo, in Comune ci è stato detto che la deroga non sarebbe arrivata, che sarebbe stato necessario il rilievo acustico. Ci siamo chiesti, a questo punto, se valeva la pena fare la festa o annullarla ma per l’Associazione benefica ormai si doveva andare avanti. In queste condizioni, con i timori che le lamentele dei vicini mettano a repentaglio feste e iniziate, veramente non viene più voglia di lavorare. Anche perché - incalza Modena - vediamo di darci da fare, di favorire la partecipazione di tutti alle iniziative che coinvolgono la comunità e poi siamo sempre più demotivati ad andare avanti. Sia il sindaco ora a dire cosa vuol fare della casa sociale...»

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